Il sette e l'otto settembre a Castellana-Grotte si tengono i festeggiamenti in onore di Santa Maria del Caroseno, Madonna dal grembo d'oro venerata nell'omonima chiesa dalla vivace facciata barocca sita in angolo tra via Putignano e via Conversano.
All'alba del secondo giorno dei festeggiamenti, coincidente con la Natività della Beata Vergine Maria, nelle strade della città si tiene la Fiera del Caroseno, nei secoli punto di ritrovo dei castellanesi e degli abitanti dei Comuni viciniori. Se un tempo vi si vendevano animali da corte, utensili agricoli, piante e arbusti, stoviglie di terracotta e piccoli oggetti di uso domestico, con il trascorrere degli anni la natura della fiera è cambiata; mutato il luogo e mutata l'offerta; largo spazio trovano, oramai, i prodotti frutto della globalizzazione dei consumi, manufatti industriali di provenienza estera. Per le stradine del centro non trovano più posto i venditori di lomma, gomma secreta dai ciliegi e dai mandorli utilizzata per fabbricare la colla o le mandorle della spigolatura, i frutti sfuggiti alla raccolta che, spesso, i più piccoli vendevano per racimolare qualche spicciolo.
Non si attende, infine, la fiera per incontrare i futuri findanzati o le future fidanzate, perché innumerevoli sono le occasioni di incontro.
Resta, però, per i castellanesi immancabile la passeggiata mattutina nella fiera, di bancarella in bancarella, sino all'ora di pranzo. Gli abitanti di Castellana-Grotte alle tradizioni ci tengono, si sa.
Tradizione vuole che, l'attardarsi al mercato, non consenta la preparazione di elaborate pietanze. Il pranzo dell'otto settembre, dunque, vedeva, e vede i castellanesi consumare formaggio punto - larvato, focaccia, mortadella, olive da tavola e fichi d'india.
Con l'avvento della Sagra del Pollo e del Coniglio, la cui prima edizione si tenne nel 1956, ha fatto il suo ingresso sulla tavola dei castellanesi nei giorni della festa anche il pollo arrosto.