Nella Gazzetta del Mezzogiorno di oggi il volontariato castellanese ed il nostro I.R.C.C.S. sono citati come esempio virtuoso di assistenza ai malati di SLA. Grazie alla stipula di protocolli d'intesa con le associazioni, nella provincia di Bari è in atto una graduale de-ospedalizzazione. I vantaggi economici per il sistema sanitario regionale sono considerevoli, ma soprattutto è la sfera emotivo-affettiva a guadagnarci. I soggetti affetti da sclerosi laterale amiotrofica, infatti, possono trovare nel mix tra assistenza domiciliare e supporto ospedaliero un'alternativa al ricovero in rianimazione.
Grazie all'azione dei volontari e delle associazioni delle famiglie degli ammalati la nostra regione ha strutturato progetti per i malati di SLA in fase avanzata: nei distretti di Bari e Mola il follow-up telefonico, in aggiunta alle visite domiciliari, è già una realtà. Ai malati in fase avanzata, inoltre, è riservato un progetto assistenziale di cura e diagnosi domiciliare ad alta intensità: sei ore di copertura assistenziale - con infermieri, operatori socio-sanitari, fisiokinesiterapisti e psicologi - e la copertura diagnostica con emogasanalisi, radiografie, ecografie e prelievi ematici a domicilio.
A Castellana-Grotte?
E' del 2009 la convenzione tra la ASL Bari e l'I.R.C.C.S. Saverio de Bellis per il coordinamento nella gestione dei malati ad elevata complessità assistenziale e pare che nel nostro distretto le cose funzionino a dovere: la famiglia del paziente ha un nome e un riferimento di fiducia, sempre lo stesso, da poter contattare in caso di difficoltà nella gestione delle macchine e delle terapie. Nel nostro distretto questo compito è svolto da Pier Francesco Di Masi, medico anestesista presso l'I.R.C.C.S. e da sempre impegnato nel volontariato. Pare, purtroppo, che in altri distretti le cose non vadano altrettanto bene.