S'intitola "The longevity SNP rs2802292 uncovered: HSF1 activates stress-dependent expression of FOXO3 through an intronic enhancer", ma dietro queste parole, oscure ai più, si cela una scoperta tutta castellanese, quella di una variante genetica legata alla resistenza all'invecchiamento e a un rischio minore di ammalarsi di diabete, malattie cardiovascolari e tumori.
La scoperta della variante del DNA che favorisce la longevità, siglata dall'I.R.C.C.S. "Saverio De Bellis" di Castellana-Grotte, è stata resa nota lo scorso 4 maggio dalle pagine della rivista "Nucleic Acid Research" della Oxford University Press.
Coordinato da Cristiano Simone e condotto da Valentina Grossi, Giovanna Forte, Paola Sanese, Alessia Peserico, Tugsan Tezil, Martina Lepore Signorile, Candida Fasano, Rosaura Lovaglio, Rosanna Bagnulo, Nicoletta Resta, Daria Loconte e Francesco Susca, lo studio ha avuto un quinquennio di gestazione. Quanto alle prospettive di utilizzo, gli autori indicano nella scoperta un nuovo strumento nelle prognosi e nelle terapie, come nella sperimentazione di nuove molecole per la cura di differenti patologie.