In occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza la Fondazione ONLUS Saverio De Bellis ha organizzato, con il patrocinio del Comune di Castellana-Grotte e del Comitato provinciale dell’UNICEF, presso la Sala delle Cerimonie del Palazzo Municipale di Castellana Grotte, il convegno dal titolo “Adolescenza: la più delicata delle transizioni”, ispirandosi ad una famosa citazione di Victor Hugo.
“Questo tema" – ha dichiarato la presidente Dibello – "è talmente sentito dalla Fondazione de Bellis, da rendere gli adolescenti protagonisti del nuovo progetto sociale, che abbiamo voluto intitolare Il Futuro al Centro: da circa un mese, infatti, abbiamo iniziato la ristrutturazione di un antico e pregiato immobile del centro storico di Castellana Grotte, pervenuto molti anni fa grazie al lascito testamentario del sig. Giacomo Vitti, nel quale saranno realizzati due gruppi appartamento per adolescenti in condizioni di disagio psico-sociale e familiare, a rischio devianza e dispersione scolastica. Questa nuova sfida ci consentirà di completare l’offerta delle strutture sociali già messe in campo dalla Istituzione benefica che rappresento: vogliamo chiudere il cerchio, impegnandoci a rendere autonomi i giovani e a restituire loro il futuro”.
L’incontro, moderato dall’avvocata Virginia Dibello ed aperto dai saluti del sindaco di Castellana-Grotte Francesco De Ruvo e dell’assessore ai Servizi Sociali Maurizio Pace, ha offerto tanti spunti di riflessione e confronto per i professionisti ed operatori sociali che ogni giorno, a vario titolo, si occupano della tutela e del benessere degli adolescenti. Gli autorevoli relatori hanno saputo esaustivamente analizzare ogni aspetto di questa fase particolare della vita di un minore, che segna il passaggio dalla condizione infantile a quella adulta, affrontando tutte le peculiarità e criticità che la caratterizza.
La dott.ssa Anna Della Rosa, Direttrice dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Asl di Taranto, ha introdotto il tema, parlando dell’adolescenza come un’età di transizione in cui sopraggiungono grandi e continui cambiamenti fisici e psicologici, complessi interrogativi sulla propria identità, conflitti e paure che mettono in gioco ed in crisi tutti, non solo i ragazzi che li vivono sulla propria pelle, ma anche gli adulti che si relazionano con loro: i genitori in primis, ma anche gli insegnanti, gli educatori, gli psicologi ed operatori sociali, che hanno la necessità di individuare strategie e strumenti concreti per affrontare insieme ai ragazzi i momenti di disagio, di fragilità o rischio, al fine di accompagnarli verso l’età adulta.
Molto interessante è stato poi l’intervento di Luca Buonvino, magistrato assai attento e sensibile del Tribunale per i minorenni di Bari, da anni impegnato a garantire la massima tutela dei minori, che ha parlato dei procedimenti civili a tutela degli adolescenti, quando questi ultimi si trovano loro malgrado in stato di abbandono o in situazioni di pregiudizio, come abusi, maltrattamenti o incapacità genitoriale. Il giudice ha anche illustrato il ruolo del Tribunale per i minorenni quando l’adolescente è coinvolto in procedimenti penali quale indagato o imputato di un reato ed ha affermato l’importanza dell’istituto della “messa alla prova” in favore del reo minorenne, che comporta la sospensione del processo per un periodo predeterminato, al fine di consentire al giudice di valutare la personalità dell’adolescente all’esito della prova. In tal modo lo Stato rinuncia alla sua pretesa punitiva, chiedendo al ragazzo non solo di astenersi, in futuro, dalla commissione di altri reati, ma anche l’impegno ad aderire ad un programma di risocializzazione e rieducazione predisposto dai servizi sociali minorili: si può trattare di prescrizioni di fare o di non fare, che riguardano principalmente lo studio o il lavoro, le attività sociali o di volontariato. Il giudice può anche impartire prescrizioni dirette a riparare le conseguenze del reato e a promuovere la conciliazione del minorenne con la persona offesa.
Maurilio Marangio, avvocato esperto in diritto di famiglia e minorile, ha parlato del ruolo del tutore e del curatore speciale del minore, illustrando la sua esperienza maturata grazie ai numerosi incarichi conferiti dal Tribunale a tutela di adolescenti molto problematici, alcuni dei quali anche autori di reati tristemente noti alle cronache.
L’intervento della dott.ssa Adriana Mazzarisi, Responsabile del secondo settore del Comune di Castellana Grotte e assistente sociale specialista, ha affrontato il tema del cambiamento culturale e sociale, che ha inevitabilmente trasformato l’approccio dei Servizi Sociali nel periodo dell’adolescenza: infatti, gli assistenti ed operatori sociali, per evitare di risultare inadeguati, devono seguire tali cambiamenti per identificare i nuovi bisogni sociali e dare una risposta concreta individuando strumenti efficaci.
Annalicia Mastrosimini, psicologa e psicoterapeuta, che presta la sua consulenza e supervisione nelle strutture educative gestite dalla Fondazione De Bellis, ha parlato delle possibili evoluzioni della fase adolescenziale tra fattori di rischio e fattori di protezione, ribadendo l’importanza di una solida figura genitoriale e del legame, seppur connotato dalla inevitabilità del conflitto genitore-figlio, nella fase dell’adolescenza.
Ha concluso gli interventi Gerardo Magro, pedagogista e dirigente dell’Istituto Comprensivo "Angiulli-De Bellis", evidenziando l’importanza del ruolo della scuola e degli insegnanti, che possono cogliere i segnali di cambiamento ma anche di disagio dell’adolescente. Il dott. Magro ha posto l’attenzione sulla necessità di individuare tutte le strategie possibili per favorire l’inclusione, per evitare la povertà educativa e la dispersione scolastica, di cui ha fornito dati abbastanza allarmanti e significativi soprattutto per quanto riguarda le regioni meridionali.
Non sono mancati momenti di commozione tra il pubblico quando, a conclusione dell’incontro, la Presidente della Fondazione ha letto la lettera ideale che ogni figlio adolescente vorrebbe scrivere al proprio genitore, ma non può farlo, scritta dalla psicologa americana G. L. Schmelzer. È stata così messa in luce la complessità del periodo dell’adolescenza anche per i genitori, i quali devono tenere forte il capo della corda, mentre il minore strattona con violenza e rabbia l’altro capo, perché il figlio adolescente ha bisogno del conflitto col genitore, anche se sa di ferirlo e di deluderlo: è una battaglia necessaria da combattere insieme, a volte disperatamente, per uscirne insieme più forti ed uniti di prima.