A conclusione del ciclo di puntate della rubrica di psicologia ''Cuore e Mente'' in onda su Radio Puglia ogni mese, da ottobre a maggio, da ben quattro anni, in collaborazione con la psicologa e psicoterapeuta Silvia Recchia, si è pensato di realizzare venerdì scorso 13 maggio dalle ore 19:30, un evento gratuito sulla
terrazza castellanese di Radio Puglia.
“L’Aperitivo in musica dal cuore alla mente” ha dato la possibilità di chiacchierare informalmente tra un drink e uno stuzzichino delle e con le 100 sfumature di famiglie, tutte speciali: arcobaleno, allargata, canonica, famiglie con figli adottati o in affido, omogenitorialità, infertilità e percorsi possibili come la PMA.
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di scardinare tabù, pregiudizi, nonché luoghi comuni, al fine di far conoscere e sensibilizzare su tematiche di cui poco si parla.
Angela Vitti - biologa della riproduzione umana, Silvia Recchia e Chiara Perrone, psicologhe e psicoterapeute, moderate dalla giornalista e direttrice responsabile dell'emittente, Tea Di Lorenzo hanno inaugurato, al termine dell'aperitivo, uno sportello gratuito di ascolto nato dalla collaborazione tra le professioniste del team ''100 sfumature di famiglia'' e ''Radio Puglia srl'' .
L'idea nata dalla mancanza di un servizio gratuito sul territorio che si occupasse di accogliere, orientare ragazzi e famiglie ha smosso la direttrice responsabile di Radio Puglia, Tea Di Lorenzo, sempre impegnata nel sociale e le tre professioniste che hanno voluto cosi istituire uno sportello gratuito denominato "sfumature di famiglia'' , apertura avvenuta pochi giorni prima del 17 maggi, giornata contro l'omo-lesbo-transfobia istituita per denunciare ogni atto di violenza, odio e discriminazione compiuto in nome dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere ai danni di persone omosessuali, bisessuali, transgender: IDAHOBIT è l’acronimo per International Day Against Homophobia, Biphobia, Transphobia.
Focus dell'incontro è stata la presentazione dello sportello gratuito presso la sede di Radio Puglia orientato alla prevenzione e sostegno di coloro che sono vittime di discriminazioni o in difficoltà a vivere il loro orientamento sessuale(LGBTQI+)
e per le FAMIGLIE che vogliono intraprendere il percorso della PMA per avere dei figli o per coloro che vivano conflitti familiari.
Ricevono su appuntamento:
Silvia Recchia psicologa e psicoterapeuta
Chiara Perrone psicologa e psicoterapeuta 348 923 7160
Angela Vitti biologa della riproduzione umana 392 959 8389
Alla domanda che cos’è la famiglia, la psicologa e psicoterapeuta Silvia Recchia ha descritto la famiglia come un’unità dinamica alla perenne ricerca di un equilibrio.
Ogni cambiamento che si verifica, sconvolge l’equilibrio del sistema e implica l’adozione di nuovi ruoli, relazioni e pattern interni. Alla fine il sistema si riorganizza e si assesta in un nuovo equilibrio.
La persona non si definisce se non in relazione ad altri. Anche l’individuo più isolato porta i segni di un’appartenenza gruppale che è prima di tutto un’appartenenza familiare, già presente nel nostro cognome e nome, ecco a cosa serve la famiglia, a instaurare relazioni indispensabili.
I membri di una famiglia sono profondamente legati a monte, hanno una storia comune. Dal punto di vista della psicologia della famiglia, assumere un punto di vista relazionale significa ritenere che ogni evento che tocca un membro di una famiglia tocchi inevitabilmente anche le altre persone con le quali è in relazione.
Critico risulta quell’evento che provoca un potenziale cambiamento nel sistema familiare, a fronte del quale modalità di funzionamento precedente non risultano più adeguate ed il sistema familiare è chiamato ad attingere alle sue risorse interne o esterne per ristrutturare il proprio funzionamento. Inoltre l’evento indipendentemente dalla sua connotazione positiva o negativa, è critico perché implica sempre una perdita: la perdita di una modalità precedente, di un ruolo, di una rappresentazione di sé e dell’altro. Gli eventi critici sono in genere distinti in normativi e non normativi. È ampiamente dimostrato che non è tanto la forza di un singolo evento critico quanto l’ accumulo di sfide e di richieste all’organizzazione familiare a provocare le crisi più difficili da gestire e Silvia Recchia conclude il suo intervento spiegando cosa significhi oggi fare famiglia narrando come si è evoluto il nucleo familiare dalla cultura della devianza a quella della differenza. Dalle famiglie tradizionali alle costellazioni affettive (Caillé), stiamo assistendo ad una pluralità delle geometrie familiari.
La domanda cardine della serata riguardava i maggiori pregiudizi sulle famiglie che si discostano dal modello tradizionale e Chiara Perrone, psicologa e psicoterapeuta elenca i pregiudizi infondati che vi sono secondo cui per uno sviluppo psicologico sano un bambino necessita:
- di una cura offerta 24 su 24 dalla madre nei primi anni di vita. I padri non possono sostituire tale figura perché non sono predisposti come le donne all’accudimento
- di entrambi i genitori;
- di due figure genitoriali del sesso opposto;
- di un legame biologico;
- di un concepimento naturale. Le nuove tecnologie riproduttive hanno conseguenze negative per i genitori e i figli.
In sintesi per avere uno sviluppo psicologico sano bisogna nascere e crescere in una famiglia tradizionale In realtà dalle molteplici ricerche nate da questi interrogativi si evince che la struttura della famiglia ha un ruolo molto meno significativo rispetto al suo funzionamento per l’adattamento dei bambini. La drastica riorganizzazione che ha luogo in una famiglia in seguito a divorzio dei genitori può anche generare effetti a breve termine, ma è la qualità dell’ambiente familiare a produrre le conseguenze più decise e persistenti. Di gran lunga più importante è la qualità delle relazioni, le caratteristiche come il calore, l’impegno, la comprensione reciproca e l’armonia
E l’ultimo intervento prima di passare alle testimonianze di famiglia, è stato quello della biologa della riproduzione umana ANGELA VITTI che in poche e semplici parole ha cercato di rispondere alle domande quali: cosa è la PMA, cosa cura e perché se ne parla sempre più? Perché ci sono tanti pregiudizi a riguardo, perché viene vista come una patologia per cui provare disagio o imbarazzo?
Partendo dalla definizione data dal Ministero della salute per il quale la PMA ”è l’insieme delle tecniche che favoriscono il concepimento nel caso in cui questo sia spontaneamente difficile o impossibile”, ha spiegato come il ricorso a queste tecniche artificiali sia impattante sull’individuo infertile, che ad oggi è presente sul solo territorio italiano nel 15% della popolazione in età riproduttiva, equamente diffuso tra maschi e femmine.
Ha puntualizzato che oltre 8 milioni di nuovi nati nel mondo sono imputabili alla PMA e al suo sviluppo dal 1978 ad oggi, e circa il 3% di questi in Italia ogni anno.; ribadendo che l’accesso alle tecniche è aumentato soprattutto per la tendenza a procreare in età femminile sempre più avanzata. Nasce poi da questo il
pregiudizio di una patologia che va nascosta e per la quale provare vergogna ed imbarazzo, dettati soprattutto dalla paura di fallire, di sentirsi sbagliati edel giudizio altrui. Ha illustrato, infine, come in queste tecniche oggi abbia un ruolo importante anche la preservazione della fertilità maschile e femminile in pazienti oncologici, in pazienti sottoposti a terapie che possano danneggiare la fertilità o semplicemente per posticipare nel tempo il desiderio genitoriale.
Ha concluso invitando chiunque si senta coinvolto a parlare con i professionisti che possano dar loro informazioni tali da eliminare ogni dubbio che possa generare paure.