Questa mattina avevamo dato notizia del triste ritrovamento della salma di un ventitreenne nel nucleo antico di Castellana-Grotte, ma ci pareva opportuno dare un nome e una storia al castellanese precocemente scomparso, scaldando, al calore dell'amicizia, l'algida sintesi delle due righe di cronaca.
A ricordarlo l'assessore ai servizi sociali Maurizio Tommaso Pace, con l'Amministrazione vicino a Biro nella sua permanenza in città e Rosa Ivone, una castellanese per la quale l'accoglienza e la generosità verso i più fragili sono una ''vocazione di famiglia".
"Ci dispiace molto per l'accaduto", dichiara l'assessore Maurizio Tommaso Pace ''Come Assessorato negli ultimi mesi cercavamo di sostenerlo; riceveva il pasto caldo del giovedì e ogni settimana gli veniva consegnata la spesa programmata con SOS Spesa. Proprio lo scorso lunedì non aveva risposto al campanello, ma non si poteva immaginare un esito del genere". ''Era una gran brava persona'' ricorda "ma molto riservata''.
Più da vicino, invece, ha avuto modo di conoscerlo Rosa Ivone.
"La storia di Biro è una storia triste e non ha nemmeno un lieto fine" racconta. "Migrante originario della Guinea, ha lasciato la sua terra a 17 anni, insieme a suo fratello, in cerca di una vita migliore di quella che potesse garantire il suo Paese. La meta era la Libia, vista allora come Paese ricco di opportunità. La traversata in gruppo del deserto è durata sei mesi ed è stata da incubo, ne parlava a fatica e con gli occhi ancora carichi di orrore. Raccontava della sete, della paura di non farcela, dei predoni, dei compagni morti e abbandonati nella sabbia. All'arrivo in Libia, è riuscito subito a trovare lavoro nei cantieri edili, ma il precipitare della situazione politica, ha determinato - dapprima - l'incarceramento, poi il campo di concentramento, le torture e le sevizie di cui portava ancora i segni sul corpo e nell'anima".
"In maniera rocambolesca" prosegue Rosa Ivone "è riuscito a scappare e con suo fratello si è nascosto fino a quando non hanno deciso il da farsi. Tornare indietro e affrontare nuovamente il deserto li spaventava ancor più del mare, così hanno deciso di puntare all'Europa. Da clandestini hanno lavorato ancora fino ad accantonare la somma necessaria alla traversata del Mediterraneo. Nel viaggio in mare, dominato dal maltempo, vi è stato un naufragio e la tragica morte per annegamento del fratello. Biro, tratto in salvo, è approdato a Brindisi. Da lì è stato incluso nel Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati - il cosiddetto SPRAR - a Putignano, dove ha vissuto per due anni. Ha frequentato il corso di italiano ed è stato impiegato nella pizzeria Terredipuglia, alle Grotte di Castellana. Al temine del progetto di integrazione, per sperimentare la sua autonomia e avvicinarsi al posto di lavoro, si è trasferito nella nostra cittadina. Ha preso in locazione una casetta nel centro storico arredata e completata grazie ad una gara di solidarietà, ha coltivato qualche amicizia, si è anche inserito in un gruppetto di giocatori di calcetto. Gli ultimi mesi sono stati difficili. Ha smesso di lavorare a dicembre, il ristorante era in ristrutturazione, vi era tornato a fine febbraio per poi trovarsi come noi tutti in lockdown. Solo, senza lavoro, senza famiglia, senza risorse. L'intervento della Caritas, dei Servizi sociali comunali e di un gruppo di amici gli ha consentito di affrontare dignitosamente la quarantena. A breve avrebbe ripreso a lavorare, prima come bracciante agricolo, poi al ristorante. L'11 maggio aveva compiuto 22 anni. E rimarranno 22 anni per sempre, perché la morte è arrivata a privarlo di quel lieto fine che meritava. Una morte naturale, forse un infarto, forse un ictus, chissà".
Conclude Rosa Ivone, "Avere incrociato i suoi passi è stato un dono prezioso, preziosissimo. Biro ha affrontato tutte le difficoltà che la vita gli ha messo dinanzi senza perdere mai, mai il sorriso gentile. Chiunque lo abbia conosciuto può testimoniare della sua serenità e della sua delicatezza. Ha accettato con riconoscenza e dignità ogni stretta di mano, ogni aiuto, ogni presenza, ogni sollievo alle sue necessità. La foto più recente lo ritrae mentre presta il suo aiuto all'associazione castellanese Noi per, un atto molto significativo a pensarci: era nel bisogno e aiutava chi lo era come lui, forse più di lui. La giovane e tormentata vita di Biro ci ferisce, ci pone di fronte a tante domande, ci regala anche qualche certezza. Ciò che rimane è l'amore, ciò che conta è la rete umana, ciò che ci rende uguali è la dignità, ciò che ci migliora vicendevolmente è l'integrazione e la solidarietà. Biro sarà sepolto qui a Castellana e, a breve, lo ricorderemo con la celebrazione di una messa. L'aver praticato fedi diverse, non ci ha mai impedito di riconoscerci esseri umani. Ed è stato meraviglioso".