La scuola ha come obiettivo principale la formazione armoniosa della personalità dell’uomo e del cittadino.
Sono molte le iniziative che l’Istituto “Pertini Anelli Pinto” di Turi e Castellana mette in campo per conseguire questa finalità. Tra queste un momento di formazione dedicato alla “Cultura del dono del sangue, degli organi, del midollo” che realizza diversi obiettivi che concorrono alla crescita umana, civile e sociale educando gli studenti ad essere cittadini responsabili e generosi con il prossimo.
Il progetto è stato articolato in due momenti: una conferenza e una mattinata dedicata alla donazione del sangue. I relatori della conferenza sono stati Diletta Torres, nefrologa dell’ospedale papa Giovanni XXIII di Bari, Mario Lenoci, consigliere del direttivo ADMO, Modesto Lerede, medico di base attivamente impegnato nel settore, Angelica De Tomaso testimone di molteplici atti di donazione, accompagnata da suo padre Giuseppe. Hanno assistito gli studenti del quarto e del quinto anno che in rispettoso silenzio hanno potuto scoprire quanto il semplice assenso alla donazione degli organi espresso ufficialmente all’atto del rinnovo della carta d’identità oppure ufficiosamente informando familiari e conoscenti rispetto alla propria disponibilità a donare, possa salvare molte vite. Una sola persona infatti può donare cuore, reni, cornee ed altri organi. La dottoressa Torres ha parlato della donazione non solo da persona deceduta ma anche da vivente a vivente.
Gli studenti hanno anche potuto ascoltare la testimonianza diretta di un medico che, iscrittosi nell’elenco dei donatori di midollo, ha contribuito, pochi mesi dopo, a salvare una ragazza. Molto toccante è stata la testimonianza di Angelica De Tomaso, finita in dialisi a causa di una patologia e destinataria di più trapianti da donatore deceduto. Questi organi, che l’hanno aiutata a sopravvivere per diversi anni, le hanno anche consentito, ha spiegato il suo papà Giuseppe, di giungere all’ultimo e definitivo trapianto, ossia quello da donatore vivente (proprio il suo papà) che inizialmente era stato dichiarato impossibile da parte dei medici. I progressi medici intervenuti negli anni trascorsi hanno poi autorizzato la procedura. Giuseppe De Tomaso ed i diversi medici che si sono alternati hanno anche sottolineato quanto sia importante e necessario adottare un corretto stile di vita che consenta di mantenere il proprio corpo in salute per salvaguardare la qualità della propria vita ed anche per conservare la capacità donare. La mattinata si è conclusa con un appello a donare il sangue il mercoledì successivo. Hanno risposto positivamente diversi studenti dell’ultimo anno ed alcuni docenti.
È stata una mattinata contrassegnata da tante emozioni: gioia perché ciascuno sapeva di star compiendo un’azione importante per chi è o sarà in difficoltà, preoccupazione perché per molti si trattava in assoluto della prima donazione e quindi non sapevano perfettamente in cosa sarebbe consistita la procedura. A conclusione dell’esperienza tutti si sono detti estremamente soddisfatti e felici perché consapevoli dell’importanza del gesto compiuto.