Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo amaro dei rappresentati delle associazioni castellanesi "Fiorire Comunque" e "Continuare a Fiorire". Il viaggio a Roma, sognato da mesi dai ragazzi e preparato con cura meticolosa dagli organizzatori, si è trasformato in un momento da dimenticare. La gioia dell'incontro con il Papa è stata smorzata da incidenti, malori e assurde espressioni di disorganizzazione. Amara è la certezza che si è trattato di incidenti facilmente evitabili.
Il viaggio a Roma per l’udienza dal Papa effettuato dalle associazioni “Fiorire comunque” e “Continuare a fiorire” con ragazzi disabili, genitori e volontari, si è concluso dopo aver affrontato difficoltà notevoli.
Prima fra tutte la disorganizzazione del Vaticano nell’accoglienza dei disabili e dei loro accompagnatori. Questi, infatti, nonostante il permesso chiesto ed ottenuto parecchi mesi addietro e i pass ottenuti per l’ingresso ai posti loro riservati insieme ai genitori, sono rimasti in piedi in un posto assolato. Ciò ha causato comprensibili disagi e stati di malessere.
Ai volontari, poi, nonostante i pass ricevuti, è stato impedito di unirsi al gruppo dei ragazzi e sono stati costretti a rimanere serrati tra l’immensa folla con conseguenti svenimenti e necessità di ricorrere all’intervento dei medici del pronto soccorso.
Come se non bastasse, alla fine dell’udienza, nell’attesa di riprendere i pullman, tutto il gruppo è stato costretto a rimanere per un’ora nel garage del Gianicolo colmo di gas di scarico; un’ordinanza del Sindaco di Roma, infatti, ha impedito la sosta dei mezzi nei pressi del Vaticano. Ancora una volta, svenimenti e malesseri vari.
Un ragazzo, poi, dopo aver sopportato con pazienza i tanti disagi, senza aver potuto dar voce al suo malessere, sfinito, ha perso coscienza ed è caduto. È stato ricoverato d’urgenza all’ospedale San Carlo, dove i medici hanno riscontrato una frattura all’anca; si è reso necessario il rientro immediato per l’intervento chirurgico.
Tutti ci chiediamo: perché vengono concessi dal Vaticano tanti permessi se non ci sono strutture adeguate all’accoglienza specialmente dei più svantaggiati? Perché l’invito del Papa ad aprire le braccia e il cuore soprattutto agli “ultimi” viene disatteso proprio da chi, investito dal Signore, dovrebbe più di ogni altro mettere in pratica gli insegnamenti evangelici?
Ci auguriamo che il notevole afflusso dei pellegrini per l’euforia del momento sia stata la causa di questi disagi e che, in futuro, si provveda ad adeguare il numero dei permessi ai posti a sedere a disposizione.
Ciò per dare a tutti i pellegrini un’accoglienza dignitosa e senza rischi per la salute.
I Presidenti
Franco Tricase
Rosa Francavilla