Cari amici della Redazione di ViviCastellanaGrotte, vi scrivo da Parma dove sono in cura da quasi tre anni nella Casa Madre del mio Istituto a causa di una malattia che una team di medici crede di poter tenere sotto controllo.
Sono comunque abbastanza autosufficiente. Ho perfino degli incarichi comunitari. Quello a cui tengo di più è il servizio di confessore nel Santuario dedicato a San Guido Maria Conforti, il Fondatore dei Missionari Saveriani. I parmensi se ne servono assiduamente. Quattro sacerdoti si alternano ogni giorno nei confessionali. A questo compito ne ho aggiunto altri, come scrivere reportage sulle attività della Casa Madre nella pagina del notiziario Missionari Saveriani e il ministero domenicale in città.
I gruppi che visitano il "Nido degli Aquilotti" sono numerosi. La testimonianza che i missionari anziani possono offrire loro, assieme alle Liturgie ricche di suggestioni e di devozione, del Museo Cinese ed Etnologico e altro ancora... fanno di questo luogo la meta di molti visitatori. Vi penso molto spesso, cari Amici, e prego per ciascuno di voi.
Talvolta ristampo delle pagine che scrivevo per voi quando lavoravo in Asia, in Africa e nella Custodia di Terra Santa, che vi invio di nuovo perché non dimentichiamo quello che fu il motivo più importante della nostra amicizia, cioè che siamo Missionari "insieme" in qualsiasi posto ci troviamo. Ed è proprio questo il tema del messaggio natalizio che vi spedisco quest’anno.
Questa festa è sempre NUOVA per gli inquilini del "Grande Alveare" come è anche chiamata la Casa Madre dei Saveriani. Chi per vocazione è mandato ad annunciare questo evento al mondo non ha bisogno di cambiarsi neppure d'abito, perché è sempre pronto a partire o, come si dice oggi, a ripartire con la sua borsa da viaggio. Ma cosa mai ci metterà dentro quest'anno per la sua ripartenza?
Credo che, d'istinto, un missionario faccia la sua prima tappa alla capanna dove giace il bambino della festa di Natale tra le braccia di Maria, la donna del Sì. Uno sguardo, un gesto di saluto, un regalo per il bambino. E via. Il suo corredo è tutto nella “disponibilità all'annuncio”. Ma non parte da solo.
Un missionario non è una persona "solitaria". Oggi va di moda l'espressione, come un mantra o motto ispiratore, che la Missione si fa in comunione, si fa insieme. Doveva essere così anche prima, ai tempi dei pionieri con le scarpe e le ossa rotte dalla fatica di camminare per le valli e sui monti del pianeta Terra. Fare "Missione Insieme", dicono oggi quelli che se ne intendono, dà piu' valore, significato e successo al dialogo dei Cristiani che testimoniano il Vangelo tra le genti, cioè a tutte le persone di buona volontà. La si può imparare nella Casa Pentastellata dei Saveriani di Parma. C'è chi vi entra solo per questo nell'Istituto di viale San Martino. Non tanti, come forse lo erano vari anni fa. Ma anche se pochi, i nostri aquilotti sono “supportati” da un mandato ufficiale, quello della Chiesa Missionaria, quello del loro Istituto e delle comunità di fede dei loro paesi d'origine.
Si parte insieme. La solidarietà di tutti li rende missionari “al plurale”. Testimoni del Vangelo di Cristo "insieme". La riposta ad una società in disfacimento, come oggi ci appare, sta solo in una “società” di persone che credono e testimoniano la loro fede con gioia al mondo. Non sono molti in questi utimi anni i missionari "aquilotti" del nido di Parma. Hanno però la stessa carica ideale e la stessa determinazione dei pionieri di altri tempi. Partono da noi, partono con noi. E di qua e di là dei mari seminano il Vangelo... INSIEME a noi: “per fare del mondo una grande famiglia solidale”.
(San Guido Maria Conforti, vescovo di Parma e fondatore dei Missionari Saveriani).
Padre Vito Gabriele Scagliuso Missionario Saveriano