Si tirano le somme dell'operazione "Countdown" la quale, a partire dallo scorso dicembre, ha impegnato il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera.
Scopo dell'articolata attività d'indagine, la rilevazione di irregolarità nella filiera ittica, dalla produzione alla commercializzazione e somministrazione di prodotti ittici, alimenti che vedono un'impennata nei consumi proprio a ridosso delle feste di fine anno. Controlli estesi, da parte della Capitaneria del Porto di Bari, anche ai Comuni di Alberobello, Conversano, Castellana-Grotte, Locorotondo, Monopoli, Noci, Polignano a Mare, Putignano e Sammichele di Bari.
Per la nostra Regione i controlli, coordinati dal centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Bari, si sono concentrati sul mancato rispetto della normativa che disciplina la commercializzazione dei prodotti della pesca, sia a tutela della nostra salute - nella vendita di prodotto non tracciato di dubbia provenienza, sia per la prevenzione di frodi, sia a tutela dell'ambiente - impedendo la commercializzazione di specie protette o di esemplari sottomisura, una delle violazioni più impattanti sugli stock ittici. C'è di più: il commercio irregolare o clandestino nuoce a chi la legge la rispetta costituendo concorrenza sleale nei confronti dei commercianti rispettosi delle normative.
Quanto ai risultati, il solo Nucleo Ispettivo Pesca della Guardia Costiera di Bari ha sequestrato quasi 5 tonnellate di prodotto ittico, con irrogazione di relative sanzioni amministrative per un importo pari a € 40.000,00.
Nella maggior parte dei casi, si è trattato di prodotti ittici non tracciato, privi di qualsiasi informazione obbligatoria sulla provenienza, la denominazione commerciale, la zona o metodo di cattura o allevamento. Vista l'impossibilità di stabilirne la provenienza, il prodotto è stato avviato alla distruzione.
Esemplare il sequestro di kg 50 di datteri di mare nascosti nel doppio fondo di un furgone intercettato a Sud di Bari. Va ribadito che i datteri di mare (Lithophaga lithophaga) sono protetti da specifiche norme nazionali e comunitarie che ne vietano la cattura e il consumo; la pesca abusiva è praticata da veri e propri "bracconieri del mare" che, per assicurarsi ingenti e rapidi guadagni, provocano senza scrupoli danni irreversibili, non solo alle pareti rocciose delle scogliere sommerse, ma all'intero ecosistema marino, visto che la crescita di questi molluschi è estremamente lenta; si pensi che, per raggiungere la lunghezza di 5 centimetri, sono necessari dai 15 ai 35 anni.