Dopo il nostro servizio in occasione della Prima giornata nazionale contro il bullismo coincidente con il Safe Internet Day, riceviamo e pubblichiamo, da parte di una madre, una sofferta testimonianza su quello che il bullismo rappresenta per la vittima e per la sua famiglia.
Bullismo, non è soltanto una parola, essa nasconde una sofferenza immane che colpisce una persona e i suoi cari.
Questa terribile parola, ha colpito la mia famiglia qualche anno fa.
All’epoca mio figlio aveva appena iniziato da un paio di mesi la prima elementare, ….. e già solo la prima elementare, praticamente un bambino scaraventato troppo presto dal mondo ovattato e protetto della scuola dell’infanzia, ad una prima elementare ben diversa da quella dei miei ricordi.
Credevo che il problema più rilevante che mio figlio avrebbe dovuto affrontare sarebbe stato lo studio e invece mi sono sbagliata di grosso. Già dall’inizio dell’anno scolastico, erano evidenti le prime anomalie, mio figlio veniva escluso dai compagni all’interno della classe, allontanato dagli stessi e denigrato. Tutta questa situazione esasperante ha creato nel bambino non solo malessere psicologico, ma anche fisico.
Mio figlio aveva smesso di sorridere, era sempre arrabbiato, stava male: mal di testa, mal di pancia, inappetenza, ecc, si manifestavano ogni mattina, prima e dopo l’essere andato a scuola. Per fortuna tutta questa situazione non ha mai nuociuto al suo rendimento scolastico.
Il racconto di questa vicenda personale, ancora doloroso per chi la scrive, vuole esprimere la mia vicinanza a tutti quelli che si trovano ad affrontare un problema simile al mio. Le vittime di bullismo hanno bisogno di aiuto: così piccoli, da soli, quali strumenti potrebbero avere a loro disposizione per difendersi da certe situazioni?