Sabato 21 novembre 2015, a partire dalle ore 18:30, presso la Sala delle Cerimonie del Palazzo Comunale di Castellana-Grotte, si terrà un convegno dedicato alla figura dell’eminente studioso Giovanni Macchia. Interverranno il sindaco di Castellana-Grotte, l'assessore alla cultura Maurizio Pace e Giovanni Dotoli, docente alla Sorbonne e all'Università degli Studi di Bari, Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore, Commendatore dell'Ordine delle Palme Accademiche e Grand Prix dell'Accademia Francese per i contributi alla critica letteraria.
Chi era Giovanni Macchia?
Insignito della cittadinanza onoraria castellanese nel 1992, all’indomani dell’ottenimento del prestigioso premio Balzan per la storia e critica delle letterature, Giovanni Macchia nacque a Trani il 14 novembre del 1912 e morì a Roma il 30 settembre 2001. Suo padre Vito, conversanese, in quegli anni era presidente della Corte d’Assise di Trani. Sua madre, Giuseppina Francavilla, rappresentò il trait d'union con la Città delle Grotte. Qui, infatti, la sua famiglia era solita trascorrere l’estate nella casina rossa di via Conversano. Nel 1923 la famiglia si trasferì a Roma, alla nomina del padre quale magistrato della Corte di Cassazione. Qui frequentò il liceo classico Ennio Quirino Visconti. Il padre avrebbe voluto che Giovanni si dedicasse alla musica ma, nel 1930, il ragazzo si iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Roma. Conseguì la laurea nel 1934. Nel corso degli studi universitari incontrò il professore Pietro Paolo Trompeo che lo avvicinerà alla lettura francese e gli farà scoprire Baudelaire, al quale dedicherà la sua tesi di laurea (Baudelaire critico) e numerosi scritti.
Dopo il corso di perfezionamento alla Sorbona e al Collège de France, insegnò Letteratura Francese alla Scuola Normale Superiore di Pisa, poi a Catania e dal 1949 a Roma. Qui, nel 1952, fondò e diresse l'Istituto di Storia del teatro e dello spettacolo.
Iniziarono le sue molteplici pubblicazioni sulle riviste specializzate del tempo e le sue frequentazioni culturali di rilievo. Nel 1940 il suo libro dedicato a Baudelaire, pubblicato da Sansoni, ottiene riconoscimenti in Italia e all'estero. Finita la guerra Macchia si trova a Roma, nel vivace e ricco giro culturale di Maria e Goffredo Bellonci, da cui nascerà il Premio Strega. L'11 febbraio del 1946, la sua amica Elena Croce presentò Carla D'Urso, sua futura sposa. Intanto, i suoi interessi si diressero anche a Manzoni e alla poesia contemporanea; iniziò a collaborare con la rivista “L'Immagine” diretta da Cesare Brandi. Strinse amicizia con Eugenio Montale e, nel 1962, iniziò la sua collaborazione con il Corriere della Sera diretto da Alfio Russo. Sono anni di sterminata produttività, saggi che spaziano dal Tasso all'amato Baudelaire, da Balzac a Watteau, da Pirandello ad Artaud, da Molière a Sade. Entrò ufficialmente nell’élite della letteratura Italiana e Europea. I suoi saggi vennero pubblicati nella collana dei Meridiani Mondadori.
Fu Accademico dei Lincei, vincitore nel 1963 del "Premio Marzotto", nel 1980 del "Premio Bagutta", nel 1988 del "Prix Médicis essai", nel 1990 ricevette la Legion d'Onore, nel 1992 il Premio Balzan per la storia e critica delle letterature, nel 1995 la Penna d'Oro della Presidenza della Repubblica Italiana, nel 2000 il Grand Prix de la francophonie, attribuito dall'Académie française.
Di altissimo pregio era la sua biblioteca personale formata da circa trentamila volumi, attualmente conferita nella biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Ha lasciato volumi di pregio assoluto molti dei quali originali del settecento e libri appartenuti al ministro francese Colbert, ai fratelli Goncourt, a pontefici e uomini di Stato. Dizionari antichi, l'Encyclopédie, tutta la Pléiade. Prime edizioni dei Saggi di Montaigne, di Manzoni, di Saint-Simon, di Pascal, di Gide e Artaud.