Nuovo libro di poesie per Giuseppe Di Matteo. Si tratta di ''Volevo fare il giornalista'', 4Punte edizioni. "Un foglio bianco/in cerca del giorno", scrive.
Giornalista professionista, classe 1983, barese di nascita e castellanese d'adozione, alla sua quarta prova di penna, Di Matteo ha dato alle stampe “un atto di accusa in versi” nei confronti di un mestiere, a suo avviso “sempre più schiavile”. E, in effetti, non si ha certo l’impressione di avere a che fare con quello che in tanti celebrano ancora come il mestiere più bello al mondo. Al contrario, i versi di Di Matteo tratteggiano i contorni sfumati di “un ingranaggio perverso di cui non si riesce nemmeno a cogliere la sagoma” e si fanno beffe di tanti rituali che si consumano nelle redazioni, “Siamo colleghi, diamoci del tu/ ma poi volete il voi / che si deve agli schiavi”.
Il libro, arricchito dalle illustrazioni di Liliana Carone, è una sorta di “schiaffo morale” rivolto a chi “fa finta di non vedere”. Anche per questo i destinatari delle “schegge verbali” dell’autore, la cui cifra stilistica è l’essenzialità, sono soprattutto i suoi “compagni di sventura”:
“Contratto scaduto/ e ti buttano via/ come una foglia/ dal frigo”, “Offerta di lavoro:/ cercasi redattore a tempo pieno/eccellenti capacità di scrittura/conoscenza delle lingue straniere/flessibilità, abilità relazionali/. Sì, ma quanto paghi?”
«Qualche anno fa ho deciso di mettermi in viaggio – sottolinea Di Matteo – usando non i piedi ma le parole. Ho cominciato dalla precarietà, la vera peste del ventunesimo secolo; poi mi sono dedicato alla solitudine imposta dalla pandemia e, successivamente, al ritratto dei meridionali, categoria che va ben oltre la fotografia degli italiani del Sud. L’ultima fermata, per ora, si chiama giornalismo. Una professione che conosco bene – prosegue – anche perché sono nel campo da dieci anni. Ma attenzione: questo libro non è un’autobiografia, ho solo cercato di partire dal mio vissuto per raccogliere un triste patrimonio di esperienze comuni. Per farlo ho scelto di affidarmi alla poesia: credo sia un codice comunicativo molto efficace».
Dopo "Frammenti di un precario", Les Flâneurs edizioni, "Cronache quotidiane", sempre per Les Flâneurs, Meridionale, 4 Punte edizioni e il saggio "Il 1799 in Terra di Bari", edito da Adda, Giuseppe Di Matteo, attualmente insegnante di Italiano e Storia nella Scuola secondaria di II grado, torna a farsi leggere, dunque.
Possiamo riscoprirlo, scoprirlo e sostenerne il messaggio, acquistando in libreria ''Volevo fare il giornalista''.
Per lui e per tutti i "Braccianti di parole/e le raccogliamo/a tutte le ore/per un euro bucato".