Chiese aperte a Castellana-Grotte, venerdì 4 giugno, per il primo evento culturale dell’estate.
“La lunga notte delle chiese”, manifestazione ecumenica nazionale, nata in Austria quindici anni fa, coinvolge dal 2016 centinaia di chiese cristiane, nelle quali, dalle 18:30 alle 23, si svolgono attività di vario genere, dalle presentazioni di libri ai concerti alle visite guidate. Due le parrocchie castellanesi che hanno aderito all’iniziativa: San Leone Magno e San Francesco d’Assisi.
"Un’ottima occasione per mostrare il patrimonio artistico presente nelle nostre chiese" – commenta don Vito Castiglione Minischetti, arciprete e parroco di San Leone Magno – "soprattutto quello meno conosciuto, anche a noi castellanesi, che merita di essere valorizzato".
Appuntamento alle 18:30 in largo Porta Grande, alle 20:15 e alle 21:00 in largo San Leone Magno, per le visite guidate alla scoperta di alcune chiese del paese. Le guide Roberta Buongiorno e Floriana Gentile accompagneranno i visitatori nella chiesa di San Francesco di Paola (o San Giuseppe), un tempo sede dei padri Paolotti, con affreschi e sculture di grande impatto e alcune tele attribuite ad Andrea Miglionico, che incorniciano lo straordinario organo settecentesco sul presbiterio. La caratteristica stradina che, da largo Porta Grande, conduce a Sant’Onofrio, rimanda con la mente a un tempo lontano, fatto di semplicità e amicizia. Non è un caso che il tema scelto per questa edizione de “La lunga notte delle chiese” sia “fragili” e s’ispiri a una canzone di Franco Battiato, recentemente scomparso: “E io avrò cura di te?”. La vicinanza, la solidarietà, sono valori per nulla scontati in un momento difficile come quello che stiamo attraversando. “La lunga notte delle chiese” punta essenzialmente alla riscoperta di un territorio custode di tanta bellezza, ma, soprattutto, di tante emozioni umane che ritroviamo nei quadri, nelle sculture, nella storia. E’ proprio dalle emozioni che si deve ripartire, nutrendo, su tutte, la speranza e la fiducia: solo così torneremo finalmente a vivere.
Troppo spesso si è soli di fronte alla paura e a un futuro incerto. Ritornano in mente le parole commoventi cantate da Simone Cristicchi: “Abbi cura di me / Qualunque strada sceglierai / abbi cura di me / ché tutto è così fragile […] Ma fino all’ultimo giorno in cui potrò respirare / tu stringimi forte e non lasciarmi andare”. Anche le opere d’arte, come le persone, sono fragili e hanno bisogno di amore. Lo stesso che la restauratrice castellanese Gianna Tieuli dimostra nel riportare al loro originario splendore le tele settecentesche della chiesa dei santi Nicola e Onofrio. Sarà lei ad accogliere i visitatori nella chiesetta che alcuni studiosi credono legata a un culto molto antico di origine greca, cosa non improbabile dal momento che, in pieno Medioevo, il territorio di Castellana fu concesso a due otrantini, Nicola e Costa, che diedero vita al primo nucleo abitato del paese. Ma è la rettoria di San Leonardo, poco distante, il luogo più inconsueto da visitare perché solitamente chiuso al pubblico. Restaurata alcuni anni fa, la chiesetta, sede del gruppo Scout, dovrebbe rientrare in un circuito turistico per essere adeguatamente valorizzata.
La chiesa di San Francesco d'Assisi, tra le più ricche d’arte in tutta la Puglia, è la quarta tappa delle visite guidate. Indissolubilmente legata al nome di fra’ Luca Principino, che ci ha lasciato sette altari scolpiti nella dura pietra locale, San Francesco è stata sede dei frati francescani fino alla seconda metà del XVIII secolo, quando l’ordine monastico si trasferì definitivamente nel convento accanto alla chiesa di Maria Santissima della Vetrana. Presto dovrebbero iniziare i restauri che riconsegneranno alla comunità e alla storia un tempio dove la fede si fonde alla bellezza, creando un’armonia sublime che attraversa il tempo.
Anche la chiesa Madre, che oggi si presenta completamente spoglia, custodisce una pregevole Annunciazione del XIV secolo, le opere scultoree di Aurelio Persio, risalenti alla metà del ‘500 e diverse tele di scuola napoletana.
Nella chiesa di Santa Maria del Suffragio (detta del Purgatorio), la luminosità degli altari ricoperti da foglie d’oro zecchino si unisce all’imponenza della volta e della cupola, affrescate da Nicola Colonna nel 1917. Ma sono senza dubbio i dipinti l’elemento più prezioso di questo luogo, dove l’artista castellanese Vincenzo Fato impiegò nel lavoro i suoi ultimi anni di vita. Sembra quasi d’incontrarlo nella sua “casa”, mentre dipinge, con la maestria derivata dalla scuola napoletana, quei visi che stupiscono e commuovono. Sempre al Purgatorio, alle 20, sarà presentato il volume - curato dalle giovani architette Alessia Manghisi, Maria Elena Ingravallo e Giada Leo - “Castellana Grotte – La chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta del Purgatorio”, Adda 2021. Un saggio scientifico sulla storia della chiesa, sulla sua architettura e sulle opere d’arte che la rendono uno scrigno di meraviglia, che auspichiamo possa essere presto restaurato e aperto al pubblico come merita. Durante l’incontro, moderato dal giornalista Sebastiano Coletta, interverranno anche don Vito Castiglione Minischetti, il sindaco Francesco De Ruvo, l’assessore alla cultura Vanni Sansonetti e il presidente della Cassa Rurale e Artigiana di Castellana-Grotte Credito Cooperativo Augusto dell’Erba. Per tutti gli eventi, gradita la prenotazione al numero 333-6553236 o all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.