La Diana, preliminare alle Fanove, è la suggestiva visita notturna ai frantoi oleari del territorio castellanese, con la banda cittadina al seguito, per la raccolta dell'olio. Secondo la tradizione, l'oro giallo delle nostre campagne viene destinato ad alimentare la lampada della Vergine. Molti fedeli accompagnano il corteo notturno intonando i sacri inni. La manifestazione prende il nome dalla musica che la banda cittadina intona per accompagnare la questua notturna. Si tratta di una composizione, probabilmente, del maestro Pasquale Pedote, oriundo di Polignano e ai primi del Novecento direttore della banda cittadina. In seguito, il maestro Pietro Lanzilotta prima e il compianto maestro Nicola Corbascio dopo, effettuarono le trascrizioni ancora in uso ai giorni nostri. La Diana è una melodia dolce, adatta alla particolare notte di sonno e di veglia dei castellanesi, che vuol essere di sostegno alla dura peregrinazione nel gelo di gennaio. L'intitolazione a "Diana" si riferisce certamente a "Stella Diana", o Venere. L'appellativo di Stella Diana, peraltro, che fu della dea Diana/Artemide, è sovente accostato alla Madonna, secondo la consueta comprensione cristiana dei simboli e degli istituti pagani. La "Diana" castellanese non è caso isolato; in molti canti l'appellativo ritorna accostato alla Vergine Maria, ad esempio, una nota tammuriata campana si recita "Stella Diana quando tu apparisti l’aria annuvolata come la rischiarasti". Un'ideale accostamento - insomma - tra l'amore materno di Maria e la luce nelle tenebre che accompagna e conforta prima del sorgere del sole.
(da www.comitatofestepatronali.it)
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