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41° Festival della Valle d’Itria – Don Checco, prima con brio

Accolta da ripetuti applausi a scena aperta e da una lunga ovazione finale la prima del “Don Checco”, opera buffa in tre atti di Nicola De Giosa, su libretto di Almerindo Spadetta.

Vero e proprio cavallo di battaglia del compositore barese, il “Don Checco” riscosse un enorme successo alla sua apparizione, nel 1850.
doncheccolibrettoPer De Giosa, allievo di Donizetti e Mercadante, fu il successo. Poi, come tante opere cosiddette minori, quella che si dice fosse l’opera comica preferita di Ferdinando II di Borbone, cadde nel dimenticatoio.

Ripresa in tempi moderni e, questa sera, a Martina Franca, per la direzione di Matteo Beltrami e la regia di Lorenzo Amato, nell’ambito della quarantunesima edizione del Festival della Valle d’Itria, il delizioso lavoro è da ascriversi alla tradizionale opera buffa partenopea.

Fiorina, il vivace soprano Carolina Lippo, figlia dell’oste Bertolaccio, quel baritono Carmine Monaco già protagonista della medesima opera nel 2013 a Bari, vive il suo idillio di gioventù con il ragazzo di bottega del padre, Carletto, il giovane tenore Francesco Castoro. Nell’osteria, caldo ambiente di riferimento non strettamente partenopeo, nell’interpretazione scenica di Nicola Rubertelli, tra gli avventori, fa la sua comparsa il pittore Roberto, alias Rocco Cavalluzzi, baritono. Si dovrà attendere il termine della rappresentazione per apprendere, attraverso il rodato meccanismo dell’agnizione, di come si tratti, in realtà, del rinomato Conte De’ Ridolfi, signore della zona, idolo e creditore di Bertolaccio.
Nonostante le sollecitazioni di Fiorina e del pittore Roberto, Bertolaccio si rifiuta di dare in moglie a Carletto sua figlia e scaccia il giovane garzone.
Nottetempo, giunge alla locanda Don Checco Cerifoglio, lo straordinario basso Domenico Colaianni.NicolaDeGiosa

Presenza costante al Festival della Valle d’Itria, per capire quanto sia comunicativamente efficace Colaianni, quanto sia capace di tenere desta l’attenzione del pubblico di Palazzo Ducale, bisognava proprio esserci.
Ed è a Colaianni, infatti, che il sincero pubblico della tribuna ha dedicato il più caloroso e spontaneo degli applausi finali.

Sulle orme di Don Checco muove il baritono Paolo Cauteruccio, Succhiello Scorticone, usciere incaricato di notificare le insolvenze al povero Colaianni. Per una serie di equivoci, Don Checco viene scambiato per il Conte De’ Ridolfi. Tra abbuffate rimandate e richieste di intercessione, presso Bertolaccio, da parte dei due fidanzati desiderosi di convolare a nozze, si giunge al momento della resa dei conti.

Succhiello rivela la verità a Bertolaccio quando, sul punto di arrestare Don Checco, una salvifica missiva del Conte De’ Ridolfi ripiana i conti; i debiti di Don Checco saranno estinti e una dote verrà affidata ai due piccioncini. Esultazione finale dopo centodieciminuti, escluso l’intervallo, di sereno spettacolo per la coproduzione della Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli e Festival della Valle d’Itria.

Si replica il prossimo 31 luglio, alle ore 21:00, sempre a Palazzo Ducale.

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14 Maggio 2024