Consuetudine estiva per i melomani pugliesi e appuntamento imperdibile per centinaia di appassionati che, da tutta la nazione e dall'estero, convergono nella perla barocca del Tarantino, la sontuosa Martina Franca, inaugurata a Palazzo Ducale la XLII edizione del Festival della Valle d'Itria.
Ed è stata una prima davvero frizzante, quella che ha proposto La grotta di Trofonio di Giovanni Paisiello, commedia per musica in due atti su libretto di Giuseppe Palomba da G.B. Casti diretta da Alfonso Antoniozzi.
A curare l'edizione critica di quella che è stata la prima rappresentazione in tempi moderni dell'opera di Paisiello, Luisa Cosi, docente di storia della musica presso il Conservatorio di Musica “Tito Schipa” di Lecce.
A dirigere l'Orchestra Internazionae d'Italia, il maestro concertatore Giuseppe Grazioli.
Dopo un doveroso raccoglimento dedicato alle vittime dell'incidente ferroviario avvenuto tra Andria e Corato e la tradizionale esecuzione dell'inno nazionale, la magia ha avuto inizio svelando innazitutto il ruolo delle enigmatiche cartoline dall'Arcadia che caratterizzavano la scenografia proposta da Dario Gessati.
Chiave di lettura dell'allestimento, i grandi libri disposti sul palco, elemento scenico con funzioni diverse, ora quella di connotazione spaziale del contesto, ora quella di repertorio di vedute, ora quell'altra ancora di caratterizzazione degli eventi. E, poi, pagine lette, citazioni celebri e aforismi inventati, formule apotropaiche e filosofi agitati come vessilli.
A supportare l'ambientazione coloniale quale tensione verso una meta mitica, quella Grecia arcadica che era agognata sede della cultura e della civiltà, le scelte di Gianluca Falaschi che ambienta le vicende ai primi del Novecento, vestendo i protagonisti di toni naturali e tenute da Grand Tour. Senza dimenticare un tocco di granata, a segnare la sottile tensione erotica che permea la storia.
Ma veniamo alla storia. Due sorelle, Dori - l'emiliana Benedetta Mazzuccato e Eufelia - la soprano brindisina Angela Nisi, anelano a realizzare il sogno dei sogni, quello di convolare a nozze con la persona più adatta, per disposizione di spirito, alla propria indole. Quando il padre, don Piastrone - il baritono monfalconese Giorgio Caoduro - annuncia di aver individuato nel vivace Don Gasperone - uno straordinario Domenico Colaianni e nel filosofo per burla Artemidoro - Matteo Mezzaro, gli sposi prescelti per la prima e per la seconda, la felicità delle due giovani raggiunge l'acme. Ben presto arrivano le contendenti in amore: Madama Bartolina, ballerina abbandonata interpretata dalla bravissima Daniela Mazzuccato e la locandiera Rubinetta, la solare Caterina Di Tonno. E, si sa, i travagli dell'amore rendono la storia interessante. Ci si mette di mezzo il barbuto negromante Trofonio, il basso Roberto Scandiuzzi il quale, attirando nel suo speco le ingenue protagoniste delle amorose vicende, ne muta la natura e le intenzioni.
La grotta come metafora del cambiamento, dallo stato nubilare alle nozze, dalla vita alla morte.
Tra colpi di scena, fughe e ritorni, ognun ritrova il suo destino, nessuno resta solo, a tutti è dato conquistare, infine, il proprio paradiso in terra. Così come dovrebb'essere la vita, quaggiù, di noi tutti, così come l'adorabile finzione del melodramma concede.
Quasi tre ore di lieto intrattenimento, volate con il maestralino che, a tratti, regalava qualche brivido alle signore in mise estiva. Uno spettacolo di qualità, quale le produzioni del Festival della Valle d'Itria sono solite essere.
Dopo la replica del prossimo 31 luglio, l'opera nell'allestimento martinese, una coproduzione Festival della Valle d'Itria e Teatro San Carlo di Napoli, verrà riproposta, dal 13 al 22 novembre 2016, nella capitale partenopea.
Il Festival della Valle d'Itria, naturalmente, prosegue. Prossimo ppuntamento quello con "Baccanali" di Agostino Steffani questa sera, alle ore 21:00, nel chiostro di San Domenico.
(ph. Festival della Valle d'Itria 2016)