Riceviamo e pubblichiamo dal castellanese Piero Tateo, autore de La Puglia degli Ulivi. Dopo la Xylella - volume presentato lo scorso luglio nel Castello di Marchione - in merito alla querelle che ha visto protagonisti alcuni consiglieri regionali sul tema controverso e quanto mai indifferibile del Co.di.Ro., la sindrome del disseccamento rapido dell'ulivo nota ai più con il nome del batterio che ne sarebbe corresponsabile, la xylella fastidiosa pauca.
Il volume “La Puglia degli Ulivi. Dopo la Xylella (66 domande sulla vita e sulla morte della pianta sacra del Mediterraneo)”, che l’autore e Presidente della Fondazione Agriculture Piero Tateo ha presentato nel Castello Marchione di Conversano il 24 luglio 2019, aveva un obiettivo primario: ragionare sul futuro dei 60 milioni di ulivi pugliesi, molti piantati già ai tempi della Magna Grecia.
Sei Consiglieri Regionali del Partito Democratico, in rotta con il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, hanno strumentalizzato il libro della Fondazione, per inseguire obiettivi che non hanno nulla a che fare con la vita delle nostre piante monumentali, sempre più in pericolo.
Per fortuna, i fatti sono fatti. Giocando troppo alla campagna elettorale, i consiglieri regionali Amati, Blasi, Cera, Liviano, Mennea e Pentassuglia hanno creato non poche difficoltà agli Uffici Fitosanitari pugliesi, mettendo i dirigenti di questo Servizio di fronte a domande particolarmente imbarazzanti. In questo modo, anziché screditare il libro, ci hanno dato la possibilità di confermare che le 66 domande (e risposte) del libro si basano solo su documenti ufficiali pubblicati sui siti dell’Unione Europea, della Repubblica Italiana, della Regione Puglia e di autorevoli fonti scientifiche.
Per stare al merito e non alimentare ulteriormente le polemiche apparse sulla stampa locale a partire dal 17 agosto, affronteremo solo il fatto più importante, quello che ha suscitato il maggiore interesse nella pubblica opinione, tra gli olivicoltori e tra gli esperti.
Nella domanda numero 14 del libro (pp. 78-80), si afferma che, dal 2016, nell’elenco degli alberi infettati di Xylella fastidiosa subspecie pauca pubblicato dall’EFSA, risulta registrato il ritrovamento di un ulivo infettato da tale batterio a Nord di Bari.
Il documento in questione è reperibile su www.fondazioneagriculture.org/
Questo dato di fatto, diventato largamente noto dopo l’uscita del libro e divulgato attraverso articoli giornalistici e servizi televisivi, ha spinto i sei Consiglieri Regionali ad interrogare i dirigenti del Servizio Fitosanitario, i quali, in tutta fretta e nonostante il ferragosto, hanno chiesto all’EFSA di correggere le coordinate da loro stessi segnalate in precedenza. Il giorno 19 agosto 2019, l’EFSA ha ufficializzato la richiesta degli uffici baresi.
In un comunicato dell’Agenzia Quotidiana di Stampa della Regione, “Puglia Notizie”, diramato il giorno 27 agosto 2019 è apparsa la seguente strana dichiarazione, attribuita al Servizio Fitosanitario regionale:
“[…] le coordinate GPS dell'agro di Corato presenti nell'appendice "Xylella fastidiosa host plant database" della pubblicazione EFSA "Update of a database of host plants of Xylella fastidiosa: 20 November 2015" del 9 febbraio 2016 (EFSA Journal) si riferiscono, come specificato dall'EFSA, non alla posizione della pianta infetta ma rappresentano le coordinate di centroide della Puglia, mentre le coordinate GPS della pianta a cui si fa riferimento e tutte le informazioni ad essa associate sono presenti nel link presente nel lavoro scientifico di riferimento citato nello stesso documento".
Stando a queste affermazioni, l’errore (“Erratum/ Corrigendum”) sarebbe scaturito da una confusione tra il “centroide della Puglia” (ottenuto attraverso una fonte scientifica e quale? O calcolato direttamente dall’EFSA e/o dall’Ufficio Fitosanitario della Regione Puglia?) e le coordinate relative ad una pianta infetta.
Questa storia non quadra. Il centroide di un territorio molto ampio come quello pugliese, avente 800 chilometri di coste e diverse isole, da dove è sbucato? Giova ricordare che il calcolo del centro geometrico dell’Italia è oggetto di un’interminabile disputa tra le città di Rieti, Narni e Foligno, che distano tra loro decine di chilometri. Il baricentro della Puglia – invece – sarebbe stato definito con una precisione millimetrica (lat. 41.062778, lon. 16.380556) che, guarda caso, coincide con la posizione di un albero di ulivo.
L’immagine contenuta a pagina 16 della pubblicazione scientifica “Updated pest categorisation of Xylella fastidiosa”, pubblicata il 21 giugno 2018, firmata da 30 autori, tra i quali la dottoressa Maria Saponari, ricercatrice del CNR barese, aiuta a chiarire meglio la questione.
Facciamo notare che si tratta di una raffigurazione della distribuzione geografica del batterio e delle sue specifiche subspecie e non dell’illustrazione dei centroidi di diverse regioni europee. La freccia rossa, aggiunta da noi, indica la geolocalizzazione di un albero infetto da X.f. subspecie pauca ST 53, segnalato indubbiamente a Nord di Bari. Se anche questo documento dell’EFSA risulterà viziato da un errore, non bisogna sbraitare contro i libri basati su fonti istituzionali. Sarebbe meglio ammettere lo sbaglio, evitando di coprirlo attraverso infantili sotterfugi e senza ricorrere ad antipatiche offese diffuse a mezzo stampa.
In riferimento alle altre questioni sollevate dai Consiglieri, raccomandiamo in particolare la lettura delle domande (e delle risposte) 7, 13, 15 e 59 del libro.
Qualora i sei Consiglieri Regionali e i dirigenti del Servizio Fitosanitario pugliese fossero interessati ad approfondire i contenuti del libro, la Fondazione dichiara la sua piena disponibilità a confrontarsi, nella consapevolezza che, su una questione così delicata come la vita e la morte degli ulivi, tutti noi pugliesi abbiamo qualcosa da rimproverarci e nessuno è in possesso della “verità assoluta”.
In un articolo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 17 agosto 2019, è stata riportata una frase emblematica pronunciata dal Vescovo di Lecce, Monsignor Michele Seccia: “Anche per vincere la Xylella raccomandiamoci a Sant’Oronzo, visto che gli scienziati non sono in grado di dire niente”.
Queste parole rappresentano un invito ad operare con maggiore attenzione e impegno per il bene della nostra terra. Solo in questo modo sarà possibile tutelare i 60 milioni di ulivi della Puglia e le infinite ricchezze che queste piante donano al nostro territorio.