A poco più di un mese dall’avvio dell’anno scolastico, alla Scuola primaria ''Andrea Angiulli" di Castellana-Grotte si concretizza, di giorno in giorno, il rinnovamento didattico-metodologico che ha coinvolto gli alunni delle classi prime: la sperimentazione “In viaggio verso il DADA”.
In linea con i principi delle Scuole Dada, (Didattiche per Ambienti di Apprendimento), che accanto al Movimento “Scuola senza zaino”, rappresentano l’offerta metodologica più innovativa presente nel panorama scolastico italiano, i piccoli alunni nelle aule laboratorio dell’Angiulli stanno vivendo un nuovo modo di fare scuola. In matematica, in italiano, in lingua inglese, ma anche nelle altre discipline ed educazioni, il binomio vincente è IMPARARE GIOCANDO.
L'idea che le docenti stanno cercando di mettere in pratica con la didattica laboratoriale, che caratterizza il DADA, è che il gioco, in quanto esperienza complessa e coinvolgente, permette ai bambini di partecipare, di essere protagonisti, di apprendere attraverso il fare, in modo costante e naturale, accrescendo le loro conoscenze e competenze. Gli alunni, non solo come intero gruppo classe, ma anche in coppie o piccoli gruppi, talvolta sconfinando lo spazio fisico dell’aula-laboratorio, imparano con una serie di giochi nell’Agorà, nei corridoi ed anche in palestra, rompendo il setting abituale delle disposizioni dei banchi delle aule tradizionali, che all’occorrenza viene ripristinata, e scegliendo la posizione in cui essere più comodi per apprendere. L’organizzazione delle attività non rigida e precostituita, ma flessibile e consapevole, risulta così più rispondente ai ritmi di lavoro degli alunni ed alle loro differenti modalità di apprendimento.
Ecco che possiamo trovare bambini seduti attorno a isole di banchi, in cerchio sul pavimento in linoleum, che saltano o corrono, impegnati a consolidare i prerequisiti e avviati alla conoscenza di quantità, forme, numeri, classificazioni, lettere, paroline in inglese, concetti topologici e legati al tempo, mediante la manipolazione di materiali di vario tipo, strutturato e non, spesso costruito dalle loro insegnanti, che giocano in coppia o in piccolo gruppo con dadi grandi o piccoli, puzzle, carte del memory con disegni di mani/cifre/pallini, cerchi, blocchi logici, forme cartonate, manone di pannolenci, palloncini, canestri, robot e tanto altro.
Si sta cercando insomma di scardinare la tradizionale e ancora persistente idea che non si può imparare con il gioco, ma solo con fatica e disciplina, dimenticando che la capacità di coinvolgere un bambino è la chiave di successo per l'apprendimento. Maria Montessori diceva che serve appassionare una giovane mente per aiutarla a imparare, non riempirla come un vaso vuoto. Il gioco è proprio lo strumento che permette di appassionare e rendere autonomi nell'apprendimento. E allora, come scriveva Rodari, vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?