La scorsa domenica, primo settembre ma quasi piena estate, da “Pizza e Spaghi” a Castellana Grotte, si è tenuto il pranzo di ringraziamento del pensionato, assistente tecnico, Michele Galluzzi.
E’ stato il primo giorno da pensionato e da oggi appartiene a quella categoria alla quale, prima, veniva in mente i: “Beato te!“, “Come ti invidio!” o cose di questo genere che convincono l’interessato di essere veramente fortunato, ma proprio a distanza di alcuni giorni, e non sono evidentemente serviti neanche i due mesi di ferie che hanno preceduto il fatidico giorno, ci si rende conto che “l’evento” fa scattare dei meccanismi complicati che scompigliano un po’ la vita.
Alla fine di un impegno scolastico, Michele Galluzzi ha voluto ringraziare alcuni suoi Colleghi, Dirigenti, Direttore ed Insegnanti con cui ha condiviso la sua lunga vita scolastica presso l’ITIS “Luigi dell’Erba” di Castellana Grotte, senza disprezzare tutti coloro che sono stati a lui vicini, e come lui ha asserito “Oggi è un giorno molto speciale, importante, luminoso ed unico, il giorno in cui rivedo e racchiudo alcuni momenti della mia vita. Grazie, a tutti voi, per essere i miei ‘angeli’ di vita".
"Questa è stata l’occasione per capire che il lavoro, fatto con coscienza e coerenza, alla fine gratifica l’impegno. Tutto ciò è la conferma che ha unito i commensali i quali si sono stretti intorno al festeggiato, segno che il lavoro, svolto con coerenza e disponibilità, appaga.
Nello stare insieme si è notata l’energia buona, irrinunciabile e si sono rintracciati i sorrisi, la serenità e il buonumore per trasmettere il segnale dello stare e lavorare insieme al meglio.
Una lunga fase della vita, per Michele, si è conclusa e quella che stava cominciando meritava di essere protetta (appunto attorniarsi di amici-colleghi).
Il capitolo finale di un libro virtuale, che è durato per 23 anni, presso l’ITIS ma 40 anni nella lunga vita scolastica, e che ha avuto un ruolo importante.
Michele ha condiviso quell’esperienza insieme ai colleghi, docenti, dirigenti e direttore, ed adesso, come un cerchio che si chiude, torna alla vita di una volta, però come una volta non sarà, perché in questi 23 anni di roba ne è successa, ma resta l’avventura, più incredibile e più bella, vissuta.
Ma il grazie più grande, ancora una volta, va a tutti coloro che, accanto a lui, hanno contribuito alla sua crescita di vita.
Oggi ci si rende conto che non è così semplice, dopo una vita di lavoro, staccare, anche se si sa che si affronterà anche questo nuovo “progetto” di vita.
Alla fine, Michele, ha voluto quindi semplicemente cogliere l’occasione per ringraziare tutti per averlo fatto diventare quello che è ed è certo che, senza di loro, non sarebbe riuscito a realizzare ciò che è riuscito a realizzare. Tutti sono stati importanti nella sua vita e di ciò conserverà per sempre il ricordo, nella mente e nel cuore.
La pensione è il giusto coronamento di una vita di lavoro. Ci si ritira e ci si è finalmente liberi dai vincoli che il lavoro creava e ci si può finalmente dedicare a tutte quelle cose che la mancanza di tempo non permetteva. La fine del lavoro per lui non ha portato nessun trauma, ha dei bellissimi ricordi.
Che ci sono molti modi di andare in pensione, lui ha avuto la fortuna di andarci nel migliore dei modi.
Per alcuni è un sogno, per altri uno spauracchio da rimandare più in là possibile; in ogni caso, il momento in cui ci si ritira dal lavoro è un passaggio fondamentale e carico di significati. E’ un cambiamento radicale che determina un certo grado di stress, e nel periodo che precede il pensionamento, si alternano speranze, paure, progetti ed incertezze.
L’unica forma sociale di accompagnamento in questo delicato passaggio è costituita dal pranzo, la festa con il regalo dei colleghi, il discorso, il ricordino.
C’è tanta frenesia attorno al pensionando, in un’atmosfera forzatamente chiassosa e allegra che copre qualche sentimento meno nobile e una vena di malinconia per la conclusione di una fase di vita vissuta in quei reparti di lavoro.
Nel primo periodo prevale comunque l’euforia per l’inconsueto senso di libertà e di autonomia decisionale; non è più necessario sottostare a orari imposti, scadenze, ordini di capi e capetti; si ha finalmente la possibilità di dedicarsi alle proprie passioni.
Il pensionamento è vissuto positivamente quanto più è una scelta volontaria, che garantisce un tenore di vita soddisfacente, e quanto più le condizioni di salute sono buone.
L’uomo senza lavoro si trova disorientato e fa fatica a trovare occupazioni e interessi alternative; inizialmente succede quindi che si aggiri per casa in modo inconcludente, turbando la consolidata routine domestica della moglie e determinando anche un carico di lavoro aggiuntivo.
L’equilibrio che durava da decenni è messo in discussione; il tempo trascorso insieme nello stesso spazio aumenta di colpo, richiedendo una ridefinizione del rapporto di coppia".