Era un fiore all'occhiello della nostra comunità e ha chiuso i battenti su disposizione della ASL Bari. Parliamo del laboratorio d’integrazione della Scuola Primaria "Giacomo Tauro" di Castellana-Grotte. Un gruppo di genitori ha inviato alla ASL un S.O.S.: il laboratorio va salvato.
Scuola Tauro: la ASL chiude dopo 35 anni il laboratorio d’integrazione - Parte la protesta dei genitori
Parte la protesta dei genitori contro la chiusura da parte della ASL - per il rientro dell’operatrice a Monte Laureto, sede della neuropsichiatria Area Sud, dei laboratori d’integrazione, le attività laboratoriali cognitivo-prassiche di integrazione, ubicati nella Scuola Primaria "Giacomo Tauro" da trentacinque anni.
Da diversi anni si assisteva alla chiusura dei laboratori in diversi Comuni del distretto, con l’assegnazione agli educatori a mansioni diverse in ottemperanza alla legge regionale di stabilizzazione dei precari della sanitario. Quella di Castellana-Grotte era l’ultima realtà, nata nel 1980 per volontà dell’allora sindaco Maria Miccolis e punto di riferimento trentennale per genitori, insegnanti e alunni.
Settimanalmente, le classi integrate, in presenza di bambini e bambine diversamente abili e a piccoli gruppi, svolgevano attività artistico-manipolative molto gradite da parte dei piccoli utenti.
I laboratori - scrivono i genitori in una lettera indirizzata alla Direzione Generale ASL BA e alla responsabile della Neuropsichiatria Area Sud di Putignano - sono nati in attuazione della Legge 517/77 per l’inserimento dei soggetti handicappati nelle classi comuni. Un progetto di integrazione è possibile soltanto a scuola e non nelle sedi riabilitative, ove già si effettuano percorsi riabilitativi personalizzati.
A detta dei genitori, dunque, il servizio deve tornare a scuola.
Gli educatori erano stati assunti per questa funzione pur essendo passati negli anni alle dipendenze di enti diversi in convenzione coi Comuni, fino alle allora USL di appartenenza. Ora, ci si aspetta una soluzione che non privi tutti i bambini di tale opportunità formativa in nome di una non comprensibile razionalizzazione interna.