Oggi 5 maggio, in tutto il mondo viene celebrata la Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedo-pornografia, fenomeni - indice di degrado morale e sociale - tornati alla ribalta sulla scia del caso della piccola Fortuna.
Se le vicende della bimba di Caivano, sezionate e riproposte in ogni contesto, hanno fatto la fortuna di asfittici palinsesti televisivi, se - dopo aver proposto l'esperto degli esperti sull'aspetto più minimo della vicenda - i media passeranno ad interessarsi di altro, il marcio continuerà a disgregare il patto alla base della coesistenza dell'uomo con i suoi simili: la prole va protetta.
Proteggere i bambini come garanzia del nostro stesso futuro.
Che specie è quella che mangia i propri piccoli? Che cosa ci aspetta dietro l'angolo?
Secondo ECPAT Italia onlus, l'associazione che, da più di venticinque anni, si occupa della salvaguardia dei bambini da ogni forma di sfruttamento sessuale, commerciale, prostituzione e pornografia, ha lanciato nelle ultime settimane un'iniziativa di sensibilizzazione che vede il suo culmine proprio oggi: #nopedofilia2016 – #proteggiamoilfuturo.
Si tratta di cinque cartoline, cinque occasioni di riflessione e di attenzione.
Due sono i capisaldi della loro azione: il primo, affidato alle forze dell'ordine, è il contrasto e la repressione. Il secondo, da declinarsi nelle scuole, nelle associazioni, nelle famiglie e in tutti i contesti che vedano la presenza di minori, è la formazione e il sostegno.
La più popolare associazione italiana, Telefono azzurro, invece, onora la ricorrenza con la pubblicazione di un rapporto statistico dedicato al fenomeno della pedofilia e della pedo-pornografia.
Va ribadito che si tratta della punta dell'iceberg, visto che solo una percentuale minima delle vittime ha il coraggio, la possibilità o le capacità di chiedere aiuto.
Delle 4.724 richieste di aiuto ricevute dalle linee di ascolto 1.96.96 e 114 nel corso del 2015, il 5% riguarda situazioni di emergenza per abusi sessuali.
La maggior parte degli abusi sessuali segnalati vengono messi in atto da persone conosciute (76%), le vittime sono in maggioranza bambine (65%). La percentuale più alta si riscontra nei minori di 11 anni (40%).
Si deve, dunque, essere in grado di rilevare situazioni sospette e trovare la forza di denunciarle.
"Per ogni bambino che è vittima di abusi c'è qualcuno che sa e non parla"
Ernesto Caffo, neuropsichiatra infantile e presidente di SOS Il Telefono Azzurro Onlus.
Questi i contatti utili
Si deve, dunque, essere in grado di insegnare ai minori la consapevolezza e il rispetto per il proprio corpo.
Il bambino vittima di violenza, spesso, non è in grado di comprendere quello che gli è accaduto.
Nessuno può sentirsi esentato da questi impegni.
(Fonte http://azzurro.it)