Il castellanese Luciano Magno ci ha affidato il suo ricordo di Cesidio Pinto, scomparso oggi all'età di ottantaquattro anni, amico e sodale in politica.
Per me conoscere e frequentare Cesidio Pinto è stato un onore. L’ho conosciuto verso la metà degli anni ’60.
A lui inizialmente mi legava la passione politica, l’ideale socialista. Poi, questa frequentazione è diventata amicizia (Cesidio è stato il testimone delle mie nozze con Marisa), amicizia per un uomo fortemente motivato nel portare avanti l’idea e il ricordo delle battaglie politiche del padre Nicola, ma, soprattutto, totalmente disinteressato, sempre pronto a dare una mano a tutti nel limite delle sue possibilità. Al partito socialista non ha mai chiesto niente per sé; l’unico suo desiderio era veder crescere una formazione di giovani pronta a mettersi al servizio della comunità.
E dal partito, nei momenti di bisogno, quando la vita professionale a aziendale cominciava ad andar male, non ha mai avuto un aiuto, un appoggio.
Ho avuto il privilegio di godere della sua stima e grazie a lui sono entrato per la prima volta in Consiglio Comunale nel 1970, dove sono rimasto fino al 1990. Il suo disinteresse personale in politica cercò di inculcarlo a noi giovani (e quanti e quali furono!). Io e lui abbiamo fatto una “bella coppia”; la sua tranquillità e la sua sottigliezza riuscivano a temperare la mia focosità e il mio carattere scorbutico negli scontri con gli avversari politici, i quali pensavano stessimo facendo il “gioco delle parti”. Se oggi Castellana-Grotte ha un Piano Regolatore, questo lo si deve all’impegno suo e di quanti lo sostennero in questa battaglia (chi non se lo ricorda!). La soddisfazione di Cesidio e mia fu la frase di un noto grande costruttore castellanese:
“Dobbiamo riconoscere che voi non avete messo le mani nel Piano Regolatore”. Per alcuni questa era una nota di merito, per altri la definizione di “stupidità”: noi preferivamo la prima.
Poi è iniziato il periodo politico delle lotte di corrente che lo hanno molto amareggiato: Cesidio ha sempre voluto che il “partito” fosse, innanzitutto, un gruppo di amici il cui legame avrebbe dovuto essere la lealtà e la sincerità. Come molto lo fece (ci fece) soffrire il linciaggio ingiusto di Bettino Craxi e del PSI. Ma questa è un’altra storia.
Evitiamo, per favore, il solito battimani al defunto all’uscita dalla chiesa: la morte è silenzio e riflessione, è l’occasione per rivolgere il pensiero a quella che è la nostra realtà di “passeggeri in questa vita”. Quello che rimane è un foscoliano ricordo.
“Cesidio, se ci sarà dato, ci rivedremo nell’al di là; qualche sorriso riuscirò a strappartelo anche lì”.
Luciano.
Le nozze di Luciano e Marisa, Cesidio Pinto e sua moglie Filomena
Congresso Nazionale del Partito Socialista