Pare che tutto abbia avuto inizio poco più di due anni fa quando, nel dicembre del 2015, in occasione di un concorso di bellezza per cani tenutosi a Lecce, alcuni proprietari avrebbero tagliato le orecchie del loro amico a quattro zampe per ragioni estetiche.
Consapevoli dell'illegalità del "trattamento", inoltre, sei di loro avrebbero prodotto certificati, a firma di veterinari, attestanti l'avvenuta conchectomia a causa di un morso. Insospettiti dal fatto, alcuni veterinari presenti alla competizione hanno segnalato alla Procura i sospetti maltrattamenti. L'inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Valeria Farina Valaori, ha portato a quattordici indagati per maltrattamenti - tra cui un giovane castellanese; tra loro, tre veterinari accusati di falso ideologico in certificati commesso da persona esercente un servizio di pubblica necessità.
Per gli indagati, prima del rinvio a giudizio, la possibilità di produrre memorie difensive o chiedere di venire interrogati per dimostrare le loro ragioni.
Ma perché tagliare orecchie e, in alcuni casi, la coda del proprio cane?
Il taglio delle orecchie e della coda - o caudectomia - erano sino a non molti anni fa pratica comune per gli esemplari di razze canine come i corsi, i pitbull o i boxer. L'aumentata sensibilità dei proprietari di cani e le disposizioni di legge, però, hanno reso la pratica desueta, nonché illegale.
Al di là delle Ordinanze del Ministero della Salute in materia, il provvedimento guida è la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia siglata a Strasburgo il 13 novembre 1987, recepita nel nostro ordinamento con la Legge del 4 novembre 2010, n. 2010. La norma è chiara: gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi sono vietati.