Lo scorso 2 marzo è scomparso all'età di novantatré anni, a Roma, Giuseppe Fernando Tauro, per gli amici Bepi, medico castellanese di stanza nella capitale, ma legatissimo alla sua terra natìa. Ci giunge il grato ricordo di Francesco Valente all'amico e al professionista.
Un ultimo saluto al dottor Giuseppe Fernando Tauro, uomo meraviglioso, a cui la mia famiglia deve moltissimo in termini umani e di gratitudine, per aver salvato la vita di mio padre nel lontano 1984.
Eccezionale chirurgo otorinolaringoiatra, non esitò a trattenere papà, suo amico di infanzia e di giovinezza, al "Fatebenefratelli" sull'Isola Tiberina a Roma: "Nino, non è una laringite; avvisa i tuoi figli che dovrai rimanere qui per un po' di tempo".
Carcinoma alle corde vocali, logica conseguenza di due pacchetti di morbide al giorno, fumate per tanti anni. Errori di gioventù che divennero un vizio e poi esitarono in un carcinoma alle corde vocali, in avanzato stadio, e che indusse "Bepi", così affettivamente lo chiamavano papà e gli amici di comitiva, ad operare il suo amico di infanzia in poche ore.
Laringectomia completa, tracheostomia: papà si ritrovò senza l'intera laringe, da un giorno all'altro, muto, impossibilitato a parlare e con uno stoma sul collo da cui respirare, che lo accompagnerà per tutta la sua vita, con cannule e terapie.
Poi tanta radioterapia e cinque lunghi anni d'attesa spasmodica per uscire dalla minaccia delle recidive.
Qualche altro giorno e sarebbe stato inutile operarlo.
Avevo 11 anni, facevo la seconda media. Mi ricordo tutto, anche i particolari di quando riuscii a riabbracciare papà, nel letto di ospedale, a Roma. Era passato Natale da poco.
"Bepi", gentiluomo e grande professionista, ha seguito scrupolosamente papà per molti anni, con ripetute visite e controlli.
Non appena in Puglia, per le meritate ferie, subito si cercavano per riabbracciarsi. Quante volte sono andato in visita con papà alla villa di Calaverde dove il dott. Tauro, esperto velista, aveva ormeggiata la sua barca. Quante volte nella sua casa di Castellana. Quante risate nel rievocare bravate e scherzi, nel ricordare amici che furono e aneddoti popolari.
Quante volte il dott. Tauro mi ha portato il suo gattone ed io, immensamente grato per la vita di papà, orgoglioso di vederlo alla porta del mio studio ed impossibilitato a poter minimamente ricambiare sia pure una minima parte del bene che ha apportato alla mia famiglia.
Non ci sono parole per descrivere quanto mi senta in debito con questo splendido esempio di umanità, professionalità, garbatezza, rispetto, amicizia. Uomo d'altri tempi.
Sento di aver perso un altro importante pezzo di papà.
Che il Signore moltiplichi in cielo la pace e la serenità che il dottor Tauro ha dispensato, con la sua opera, a tanti in terra.
A me il compito di tramandare ai miei figli la storia di quest'uomo vero, eroe silenzioso e discreto, che ho avuto il privilegio di conoscere.
Giungano le nostre condoglianze alla sua famiglia tutta.