Alle 2:30 di questa mattina, come da tradizione nella domenica antecedente l'accensione delle Fanòve dell'11 gennaio, ci si è dati appuntamento in piazza Nicola e Costa per partire alla volta dei frantoi oleari castellanesi: è la Diana.
Ci ha raccontato la sua esperienza di partecipazione alla questua notturna il castellanese Vanni Sansonetti, grande amante delle tradizioni locali.
Il Comitato Feste Patronali di Castellana-Grotte, infatti, dà luogo ogni anno alla raccolta dell'olio dai frantoi che servirà ad alimentare la lampada votiva sempre accesa davanti all'immagine sacra di Maria Santissima della Vetrana, nella nicchia dell'omonimo Santuario che la custodisce.
Quest'anno, è stata la Banda "Vito Semeraro" a precedere il lungo corteo intonando il motivo della "Diana", al seguito i membri del Comitato Feste Patronali capeggiati dal presidente Franco Di Masi, i rappresentanti dell'Amministrazione Comunale guidati dal sindaco Domi Ciliberti, il vicario zonale don Giovanni Amodio, alla sua prima Diana e tanti fedeli castellanesi.
Lungo il percorso a piedi di avvicinamento ai frantoi, la banda suona. Arrivati in ogni opificio, l'olio viene affidato alle mani del presidente del Comitato, viene benedetto dal sacerdote e, dopo un momento di preghiera partecipata, si riparte alla volta del successivo frantoio.
Durante il percorso ci si ferma per una preghiera in corrispondenza degli altarini dedicati alla Madonna della Vetrana allestiti lungo la via e nei pressi delle fanove in allestimento. Non mancano, durante le soste, momenti di condivisione, soprattutto di pane e olio, ma anche dolci e bevande calde.
Sosta anche all'I.R.C.C.S. ''Saverio De Bellis'' per portare il conforto della fede ai tanti che soffrono e sostenere l'impegno di coloro che se ne prendono cura.
La relazione del 6 marzo 1691 redatta dal notaio Giacobbe Fanelli utilizzata per fornire alle autorità civili superiori dettagli sugli accadimenti e la situazione sanitaria di Castellana in quel tempo ci fa comprendere del perché è così importante che la lampada della Beatissima Vergine debba essere sempre accesa e che quindi abbisogna dell'olio per essere mantenuta accesa. "Nel curarsi e medicarsi detti infermi dal principio si sono adoperati sudoriferi d'acqua triacale, scordii, balzuartico minerale et acqua di cardio benedetto, e poi fuoco, ventose e taglio, con emplastro di gomma, aglia, cipolle e cantaride, e per ultimo s'è adoperato sopra le parti l'olio della lampada della Beatissima Vergine della Vetrana, con il quale uncendosi l'infermi, si sono resi sani e con evidentissimo miracolo, che chi ha ricevuto l'unzione di dett'oglio la sera, la mattina s'è ritrovato migliorato sopra modo, e con questa fede s'è vissuto e vive sanissimo ...".
La questua dell'olio dai frantoi, la Diana, che permette alla lampada di essere perennemente accesa ai piedi della Beata Vergine della Vetrana si origina, dunque, per continuare a dare speranza al popolo castellanese ma anche come forma di riconoscenza dello stesso verso la propria Patrona che lo ha preservato dalla peste nel 1691.
La Diana, preliminare alle Fanove, prende il nome dalla musica che la banda cittadina intona per accompagnare la questua notturna. Si tratta di una composizione, probabilmente, del maestro Pasquale Pedote, oriundo di Polignano a mare e ai primi del Novecento direttore della banda cittadina. In seguito, il maestro Pietro Lanzilotta prima e il compianto maestro Nicola Corbascio dopo, effettuarono le trascrizioni ancora in uso ai giorni nostri. La Diana è una melodia dolce, adatta alla particolare notte di sonno e di veglia dei castellanesi, che vuol essere di sostegno alla dura peregrinazione nel gelo di gennaio. L'intitolazione a "Diana" si riferisce certamente a "Stella Diana", o Venere.
Il motivo, al passaggio dal centro abitato del corteo, piacevolmente risveglia i castellanesi che indugiano nel riposo.
Un legame antico, confermato dallo studioso locale Marco Lanera su "Fogli per Castellana" n. 14 nel suo scritto "La Madonna e Castellana: una storia da ricordare, da tramandare, da vivere".
"... È prima ancora che sorgesse la nostra comunità, la madre di Dio era qui presente con due sue chiese, non troppo distanti tra loro, benché soltanto rurali. Una la più fortunata, è Santa Maria di Castellano (come la indicano le antiche carte) e cioè l'attuale chiesa del Convento; l’altra si intitolava pure Santissima Madre di Dio, San Michele Arcangelo e Tutti i Santi ed era la chiesa grotta detta poi San Giacomo, ...".
E ancora: "... La pratica sacramentale era talmente ovvia, che nella sua relazione ai posteri, compresa nel tuo suo testamento, don Giuseppe Gaetano Lanera, uno dei due preti destinatarii (come essi credettero) dei celesti avvisi della Madonna della Vetrana, poteva scrivere: "fu detta Chiesa della Vergine della Vetrana frequentata giornalmente con tanto favore che io ad una grande moltitudine comunicai...". Ma ciò non poteva avvenire, in tali frangenti, se non fosse abitudine ben radicata: ...".
L'olio raccolto dai frantoi, infine, è arrivato al Santuario della Madonna della Vetrana alle ore 7:00 in punto, con il cielo già chiaro, dove, ad attendere i questuanti e a ricevere l'olio, c'era il rettore padre Mimmo Lotito.
Questa la preghiera di accoglimento del corteo.
!Fratelli e sorelle qui giunti pellegrini a questo sacro colle che custodisce la memoria delle meraviglie che Dio ha compiuto per intercessione della Vergine Maria. L'olio, frutto prezioso dell'olivo, che recate ai piedi della Madre di Dio ci ricorda la duratura devozione di questo popolo alla Madonna. Questa lampada che ancora una volta accendiamo dinanzi all'immagine di Maria simboleggia la presenza viva dinanzi a lei di ognuno di noi qui presente, di ogni debuto sparso nel mondo. A Maria ancora una volta chiediamo che ci liberi da ogni male fisico e spirituale e dalle tante pesti che soffocano la nostra gioia di vivere. Preghiamo.
O Dio onnipotente e misericordioso nel frutto delle olive ci dai un segno della tua provvidenza e un messaggio di amore e di pace: ti preghiamo stendi la tua mano su questo olio che ti presentiamo nel ricordo dell'intervento di Maria SS. della Vetrana in favore dei castellanesi e dei paesi vicini + benedici e ravviva nel cuore la luce della fede e il fuoco del tuo amore, per essere salvati e liberati da tutti i mali presenti e futuri. Per Cristo nostro Signore: Amen".
La lampada è ancora una volta colmata di olio e ardente, il Popolo castellanese potrà continuare ad ungersi, con gli stessi gesti con cui lo hanno fatto le generazioni passate. La trecentotrentatreesima edizione delle Fanove è alle porte.
Ecco il racconto fotografico della Diana di questa notte, foto Vanni Sansonetti.