Un monologo su Antonio Gramsci nell'anniversario della sua scomparsa, lo scorso 27 aprile e nel luogo, la Casa Circondariale di Turi, che ha visto la reclusione dell'intellettuale sardo dal 1928 al 1933. Nella sua cella turese, infatti, il detenuto matricola 7047 scrisse i Quaderni del carcere e le Lettere dal carcere.
Ad un invito del genere non si può dire di no.
È stato così che, dopo i controlli di rito, abbiamo varcato la soglia dell'ex-convento delle Clarisse. E subito una luce accecante e una scarna scena vuota in un limpido pomeriggio di fine aprile. Nel riverbero del sole, la pietra bianca, i grandi colonnati dell'atrio interno, una platea scelta e gremita. Presenti, per citare solo alcuni, il provveditore regionale dell'Amministrazione Penitenziaria Carmelo Cantone, la presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bari Maria d'Addetta, il presidente del Teatro Pubblico Pugliese Carmelo Grassi, il sindaco Domenico Coppi, l'assessore alla cultura Lavinia Orlandi, l'ex-sindaco Vito Nicola De Grisantis, il senatore Antonio Michele Coppi, il D.S. dell'I.T.E.S. "Pertini - Montale" di Turi Andrea Roncone, il comandante della stazione dei Carabinieri di Turi Giovanni Sacchetti, il docente e autore Raffaele Valentini.
Inizio, silenzio.
Ha preso la parola la direttrice della Casa Circondariale di Turi Mariateresa Susca, fautrice dell'evento, per spiegare le motivazioni e il significato di "Gramsci Antonio detto Nino".
Un lavoro impegnato e toccante, quello proposto dall'associazione culturale "Ura Teatro" per l'organizzazione di Marina Donativi: dal corpus delle lettere ai famigliari, gli autori Fabrizio Saccomanno e Francesco Niccolini hanno tratto un monologo appassionante, ricco di riferimenti, cupo e catartico assieme. Ad un testo curato, s'è aggiunta l'interpretazione eccezionale di Fabrizio Saccomanno, credibile protagonista capace d'annullare ogni differenza con l'esile alesiano. Nessun tentativo di rassomiglianza fisica, a facilitare il suo lavoro di attore e il nostro di spettatori, nessuna canonizzazione postuma.
Tenerezza, sincerità, umana disperazione. Potevamo piangere, ma non ce ne ha lasciato il tempo.
Arrivato, infine, il tempo del confronto per Saccomanno, l'uomo dell'oggi, che parla salentino e nella sua lingua chiede a Gramsci la chiave per la lettura dei suoi scritti, nel qui e ora.
Chiusura con le note di Bandiera rossa, per la tromba di Giorgio Distante.
A seguire, il colto intervento di Lea Durante, ricercatrice presso l'Università degli Studi di Bari, docente di
Letteratura Italiana, vice-presidente della International Gramsci Society Italia, cofondatrice del Centro Interuniversitario di Ricerca per gli Studi Gramsciani. Soprattutto, raro esempio di studiosa realmente appassionata.
Infine, presso la biblioteca di Turi, presentazione del volume "Prospettiva Gramsci. Dialoghi tra il presente e un classico del Novecento", edito da Caratteri Mobili, a cura di Alfredo Ferrara e con contributi di Alfredo Ferrara, Enrico Consoli, Giuseppe Montalbano, Mariano Di Palma, Lorenzo Zamponi, Federico Carbognani e Rossella Viola, Giacomo Bottos. Hanno preso parte alla serata la ricercatrice gramsciana e docente Lea Durante ed Enrico Consoli, dottorando in Teoria e Ricerca Sociale dell'Università del Salento.
Insomma, un invito che siamo stati felici di aver accettato, ennesimo evento che ha visto all'opera la presidente di Alexott a.p.s. Tina Ottavino nella cura delle pubbliche relazioni.
(ph. Tina Ottavino)