“Rocco ci manchi e tutti noi abbiamo sentito l’esigenza di una targa in tuo ricordo, non come un atto dovuto, ma come un atto del cuore. Il nostro affetto e il nostro dolore è per questo compagno che ci ha dato una lezione unica e duratura di attaccamento alle istituzioni e allo Stato. Ha creduto
nella legalità sacrificando se stesso”.
Questo è uno stralcio della lettera scritta il 22 maggio 2007 dai compagni di classe di Rocco Dicillo in occasione della intitolazione dell’aula magna al loro compagno dopo quindici anni dalla strage di Capaci.
Sabato 20 maggio si è svolto, presso l’aula magna dell’I.I.S.S. “Luigi dell’Erba” di Castellana-Grotte, un incontro laboratoriale e di confronto sulla cultura dell’antimafia, della legalità, giustizia sociale e della memoria come nutrimento collettivo dal titolo “In Memoria di Rocco Dicillo - Capaci di Legalità”. L’evento è stato organizzato di concerto dalla dirigente scolastica dell’I.I.S.S. Teresa Turi, dalla docente Rosanna Berardi, referente per i progetti di educazione civica a scuola, dai compagni di classe della V di Rocco Dicillo (anno scolastico ’82-’83), tra cui la docente Angela Sibilia (attualmente docente di Chimica presso l’istituto) e dal Presidio cittadino di "LIBERA associazioni nomi e numeri contro le mafie" di Castellana-Grotte.
L’evento è iniziato con i saluti della Dirigente scolastica, per il tramite della docente Berardi, poi, gli interventi di Tea Di Lorenzo (referente del presidio di Libera Castellana-Grotte), i compagni di classe di Rocco Dicillo, don Angelo Cassano (referente regionale Libera Puglia), Alba Terrasi (fidanzata di Rocco all’epoca della strage) e il professore Francesco Minervini, autore del testo “Oltre Capaci – Rocco Dicillo agente di scorta al fianco di Falcone”.
Il momento di memoria ha avuto inizio con un breve gioco interattivo, che ha visto coinvolti tutti i ragazzi presenti, sull’importanza che rivestono i nomi di ogni vittima di mafia nella lettura che avviene ogni 21 di marzo in occasione della “Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. A seguire si è svolta la proiezione dell’edizione straordinaria del “Telegiornale Uno” di Rai Uno che annunciava l’attentato al giudice Giovanni Falcone, in cui perirono il magistrato Francesca Morvillo (moglie di Falcone) e i tre agenti della scorta, tutti pugliesi: Rocco Dicillo, Antonio Montinari e Vito Schifano. Il silenzio attento e commosso ha pervaso l’aula magna per tutte le due ore dell’incontro. Durante l’evento, emozioni, storia, testimonianze e attività laboratoriali si sono alternate. Ai duecentocinquanta ragazzi delle classi quinte presenti è stato chiesto di esternare le forti emozioni che avevano provato dopo aver visto il video e di lasciarne traccia su un post-it per poi condividerle, per chi volesse, con i relatori della mattinata, in seguito del racconto degli aneddoti che i compagni di classe di Rocco e della testimonianza di Alba Terrasi. Parole come “avvilito”, “malinconia”, “tristezza”, “rabbia e sconforto”, “ferite che si riaprono”, “orgoglio”, sono solo alcune delle emozioni ricorrenti nei messaggi degli studenti.
A seguito della proiezione, i compagni di classe di Rocco Dicillo hanno ricordato il loro essere alunni con paure e fragilità simili a quelle dei ragazzi di oggi e di come, a dieci anni dalla maturità, hanno appreso della tragica perdita del loro caro amico, sempre seduto all’ultimo banco in fondo all’aula, che guardava tutti con benevolenza, silenzioso, schivo, con uno sguardo profondo e maturo La voce rotta dalla commozione di ognuno dei compagni di Rocco, lo scorrere delle foto color seppia datate 1983 e gli aneddoti di vita vissuta in classe o sul pullman insieme a lui hanno catturato tutti i presenti. Presenza continua e costante è quella di Rocco nella vita di Alba Terrasi, sua fidanzata che da li a due mesi dalla strage di Capaci sarebbe dovuta diventare sua moglie. Alba ha raccontato del suo rapporto con Rocco, della relazione della sua famiglia con quella di Alba, che persiste ancora tutt’oggi, dialogando con gli studenti, speranza per una civiltà basata sull’etica e cultura dell’antimafia.
Come referente regionale Puglia di Libera, don Angelo Cassano ha ribadito l’importanza dei nomi e della memoria che deve essere viva. Riprendendo le parole di Alba, don Angelo ha dichiarato “Rocco ha deciso da che parte stare, da quella dello Stato e della giustizia. Noi da che parte vogliamo stare? Ogni giorno dobbiamo impegnarci a fare memoria, ricordare, commemorare, studiare la storia delle vittime di mafia innocenti che ad oggi sono 1064 e molte di queste ancora prive di verità e giustizia. Dobbiamo chiederci e chiedervi che percezione abbiamo delle mafie oggi. Perché a volte si avverte una non percezione del fenomeno, come se fosse diventata normalità la criminalità. Il nostro impegno quotidiano e costante deve essere la presenza sul territorio combattendo l’indifferenza”.
La mattinata dedicata al ricordo di Rocco Dicillo si è conclusa con l’intervento del professore e scrittore Francesco Minervini che ha raccontato di come Rocco è ancor oggi in vita tramite l’amore di Alba, dei genitori e del fratello. “La vita che ho raccontato di Rocco – ha aggiunto - è quella di un uomo di scorta dal forte senso civico, che infondeva coraggio e tranquillità alle persone a lui care, un inno alla vita in quanto pensava a costruirsi un futuro. Chi crede in uno Stato giusto crede automaticamente in una forma di giustizia vincente che può combattere le mafie”.