Avevamo incontrato Simone Pinto nel 2019 per dedicare, a lui e alla sua consorte scomparsa, il nostro tradizionale servizio nel giorno di San Valentino.
Volevamo mostrare un sentimento che non termini con l'esistenza terrena, ma che sopravviva ancor più forte, a dispetto del trascorrere degli anni.
Ci è giunto, ora, il gradito dono de ''I miei fiori per te", edito da CSA; si tratta di un volume di liriche, immagini e ricordi dedicati ad Ada De Luca, insegnante di chimica in pensione, donna attiva e impegnata nel sociale scomparsa nel 2016.
Tutto cessa, ci ricordano i dotti, la Roma che si conosceva nell'antichità, come constatava Bernardo di Cluny, nel dodicesimo secolo era polvere. E "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus", chiosava ne ''Il nome della rosa" Umberto Eco, parafrasando il benedettino francese.
Ma una rosa, se si chiamasse altrimenti, non perderebbe il suo profumo e all'essenza di tutto quello che è il nostro agire, nel qui e ora, cosa resta se non quello che doniamo agli altri? La qualità di quel che siamo capaci di rappresentare?
Forte di un sentimento quasi cinquantennale, nel volume impreziosito dalle opere di Maria De Luca, Simone rivela pensieri e aneddoti, timori e sensazioni, senza rete e senza schermi.
E, senza pavidi pudori, i pensieri divengono fiori, rose per onorare la memoria della compagna di una vita. ''L'essere stata mia moglie non la qualifica, poiché io credo di essere un semplice uomo che ha avuto la fortuna di conoscerla e amarla", scrive l'ingegner Pinto.
Una rosa non è una rosa solo nel nome.